Paprika. Sognando un sogno (Blu-ray)Paprika. Sognando un sogno (Blu-ray)
Regia di Satoshi Kon - Universal Pictures
  • € 9.99
4Sognando un sogno, 14-12-2010
« Il film più visionario del compianto Satoshi Kon. Un caleidoscopio di invenzioni e visioni, di sogni innestati nei sogni, di (ir) realtà onirica che sfocia e si congiunge alla realtà oggettiva (oggettiva? ) , in un continuum di cui non si distinguono i confini. Un viaggio affascinante nella materia più impalpabile, la stessa di cui sono fatti i sogni, che sullo schermo prende vita e si fa (grande) cinema. »
Billy ElliotBilly Elliot
Regia di Stephen Daldry - Universal Pictures
  • € 7.99
4Il sogno del cigno, 06-12-2010
« Il film racconta le vicende di un ragazzo di 14 anni, Billy, che ai guantoni della boxe preferisce la danza classica; Billy si viene così a scontrare contro le ostilità di una società lo costringe a danzare di nascosto; ostilità innanzitutto familiari, con il padre e il fratello che sembrano non capire le sue esigenze.
La realtà che il film di Daldry descrive è quella dell'Inghilterra del 1984, quando imperversava il più duro tatcherismo; è la realtà di una cittadina di provincia e delle sue case a schiera, tutte uguali; dello sciopero dei minatori e delle loro difficoltà, non solo economiche, nel portarlo avanti. Proprio nell'attenzione con la quale questa realtà viene ricostruita, troviamo alcune delle note migliori del film; note, queste, che rendono meno scontati certi eccessi sentimentali, che pure si possono rintracciare all'interno del racconto. Realtà sociale e non solo. La regia è molta attenta nel tratteggiare il personaggio di Billy. Il nucleo tematico centrale del film rimane, infatti, la sua lotta per affermarsi, la sua voglia di ballare ed entrare a far parte della Royal Ballett School, il suo volersi trasformare da brutto anatroccolo in cigno (come evidenzia un finale forse un po' troppo ridondante) . E ancora notevole è la cura della regia nei confronti di tutti i personaggi così come bravi sono tutti gli attori. In definitiva, un film molto interessante. »
La stanza del figlioLa stanza del figlio
Regia di Nanni Moretti - Warner Home Video
  • € 10.90
4Perdite, 06-12-2010
« Le corse di Giovanni attraverso il porto e le strade di Ancona; il suo lavoro di psicanalista e il confronto con gli altri e i loro problemi; la famiglia e i suoi momenti di unione (una canzone cantata insieme, una partita di tennis o di pallacanestro) ; la perdita di un figlio, improvvisa, inspiegabile; il confronto quotidiano con un dolore lacerante: continuare il proprio lavoro, per aiutare gli altri senza averne più le forze; il crollo emotivo del padre, della madre, della sorella, messo in evidenza dai particolari del vivere quotidiano, da una tazza rotta, da una partita finita in rissa; il dover, nonostante tutto, continuare ad andare avanti, nel tentativo di superare una perdita che divide Il film di Nanni Moretti affronta il tema della morte, un tema forte, che "invade" l'intera pellicola (e non poteva essere altrimenti) . E lo fa a partire da un sceneggiatura esemplare, e poi con una regia sicura e rigorosa, tesa ad evitare le lacrime facili che una storia del genere può ingenerare, e che tuttavia non si vergogna di emozionare. Uno dei punti di forza del film è, infatti, proprio la capacità di coinvolgimento che suscita nello spettatore, e la sua facilità di "lettura". Ma tutti gli elementi della pellicola contribuiscono alla sua riuscita: notevole (come sempre nei film di Moretti) l'uso della musica, a partire dalla bella colonna sonora di Nicola Piovani; ma ricordiamo anche il brano di Michael Nyman, la canzone della Caselli "Insieme a te non ci sto più", che ben caratterizza un momento di unione dell'intera famiglia protagonista della vicenda; e infine il brano di Brian Eno "By this river", che contribuisce a rasserenare il finale "aperto", probabilmente il solo col quale Moretti ci poteva lasciare. Bravi, infine tutti gli attori, con Moretti, Laura Morante e Jasmine Trinca in testa. »
Sedotta e abbandonataSedotta e abbandonata
Regia di Pietro Germi - CG Entertainment
  • € 10.17
    € 13.75
    Risparmi € 3.58 (26%)
5Sedotta e abbandonata, 06-12-2010
« La commedia più violenta e congestionata, ai limiti dell'isterismo, della trilogia barocca di P. Germi, aperta da "Divorzio all'italiana" (1961) e chiusa da "Signore e signori" (1965) . Non esiste, forse, un film più antimeridionale e antisiciliano nel suo tiro al bersaglio contro la concezione insulare dell'onore. Siamo di fronte a una galleria di personaggi brutti sporchi e cattivi su cui il regista s'accanisce con zoom e obiettivi deformanti, con le armi della natura incattivita e della farsa
acida. »
Che Cos'E' Un ManricoChe Cos'E' Un Manrico
Regia di Antonio Morabito - Terminal
  • € 9.02
    € 9.50
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4La sensualità delle vite disperate, 06-12-2010, ritenuta utile da 4 utenti su 4
« Il film di Saura è, innanzitutto, un film sensuale. E' la sensualità del tango che domina, accentuata dalla suggestiva fotografia di Storaro; una fotografia caratterizzata da colori forti, accesi, da fondali colorati che sottolineano i movimenti dei ballerini. Il film è soprattutto, ma non solo, qui, in questi colori, in questi movimenti, nelle note musicali che li accompagnano. L'esile trama del film è al loro servizio e tuttavia è caratterizzata da un notevole rigore. In fondo anche la trama riproduce i movimenti del tango, con la vicenda del regista dello spettacolo che, per un altro uomo, viene abbandonato dalla donna amata. Ma poi anche lui s'innamora di una donna che lascia un altro per seguirlo. Altro elemento fondamentale di "Tango" è il discorso su arte e vita, su finzione e verità. Il protagonista è un regista di uno spettacolo teatrale e a volte lo vediamo descrivere ciò che poi accadrà, non solo sul palcoscenico ma anche nella sua vita privata. Le vicende private del regista e dei personaggi a lui legati sembrano dunque essere "dirette" dall'alto e qui il film svela il suo meccanismo, il suo esser "finto". Ma non va dimenticata una sequenza di sconvolgente "realismo", quella che si riferisce al recente passato dell'Argentina, fatto di torture e fosse comuni, con tutto l'orrore che traspare nonostante, o forse proprio in virtù, dei movimenti stilizzati della danza. E' in ogni modo l'aspetto della finzione a prevalere: lo abbiamo visto nel personaggio del regista, lo vediamo nella stessa regia di Saura, nelle lente carrellate con le quali la macchina da presa riprende, grazie agli specchi, se stessa e i personaggi del film. Anche l'inquadratura finale è una carrellata della macchina da presa che si avvicina ad uno specchio, fino ad un suo primo piano, col suo occhio meccanico che registra, e dietro il quale non c'è nessun operatore, nessun uomo a dirigerne i movimenti. »
Soldi sporchiSoldi sporchi
Regia di Sam Raimi - CG Entertainment
  • € 9.99
4Ritratto di provincia in nero, 06-12-2010
« Il ritratto della provincia americana che Raimi tratteggia in questo film (e che ricorda, per alcuni suoi temi e ambienti, "Fargo" dei fratelli Coen) è definito attraverso una vicenda classica del noir: il ritrovamento di denaro sospetto, la decisione di appropriarsi di questo denaro, le conseguenze nefaste che tutto ciò comporterà. Nel film di Raimi i soldi sono ritrovati da tre amici in un piccolo aereo sepolto dalla neve, il cui pilota è ormai morto. Ovviamente decidono di tenere questo denaro e questa decisione porterà come conseguenza una serie di omicidi e di "incidenti" mortali. C'è, nelle azioni di questi personaggi, soprattutto l'esigenza di evadere dalla soffocante vita della provincia americana, da un lavoro opprimente, dalla disoccupazione, dalla solitudine dei sentimenti. Stati d'animo, questi, che portano all'omicidio con sconcertante normalità, e che sono ben definiti attraverso i tre colori che caratterizzano la pellicola.
Il bianco, innanzi tutto. E' , quello che domina il film, il bianco gelido della neve che tutto copre, che nasconde gli aerei, i cadaveri e, forse, le tracce sospette. Un gelo che sembra coprire la vita stessa delle persone, le loro speranze in una vita diversa, le loro remore morali, non solo di fronte a denaro di dubbia provenienza, ma di fronte allo stesso delitto. Sul bianco della neve emergono spesso il nero e il rosso: il nero dei corvi che si nutrono di cadaveri, il rosso del sangue che scorre improvviso, con inaspettata facilità.
C'è, infine, quasi una dimensione tragica nei personaggi del film: c'è in Thornton, nel suo gesto estremo di allontanarsi da un mondo nel quale anche l'ultima illusione di cambiare vita attraverso quei "soldi sporchi" è venuta meno; c'è nella piatta normalità degli altri abitanti di questo freddo paesino americano; nella coppia dei Paxton, nel loro lavoro privo di prospettive, nel loro convivere, nel futuro, col ricordo di tutto il sangue versato inutilmente. »
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