Tutte le recensioni di R.Paolo

« Questo film si confronta con l'epopea del West, vista però attraverso gli occhi di un cavallo. Grazie al Cinemascope vengono offerti allo spettatore magnifici panorami, ma anche temi tipici del cinema western, come la costruzione delle ferrovie, la distruzione delle terre e gli scontri fra soldati e pellirosse. Il messaggio proposto è una critica verso l'uomo bianco, visto come conquistatore e colpevole di gravi danni verso la natura, mentre ai pellerossa viene riconosciuto il rispetto per la loro terra. Perfettamente riuscita la realizzazione di Spirit, che riesce a comunicare emozioni senza bisogno della parola. »

« Ambientato alle Hawaii, il film integra perfettamente la fantascienza dei viaggi interstellari con gli antichi culti delle divinità e le tradizioni hawaiane. Lo stile di animazione affianca l'uso del digitale e un tradizionale disegno morbido, dai colori naturali, in linea con l'ambientazione tropicale. Può essere considerato una "favola moderna" che presenta personaggi calati nella nostra realtà portatori però di valori positivi come la tolleranza e l'amore. Sono molte le trovate comiche che giocano sul contrasto fra l'aria innocente e il carattere pestifero del piccolo Stitch. La colonna sonora riprende pezzi classici di Elvis Presley affiancandoli a musica e canti tradizionali hawaiani. »

« Tratto dall'opera teatrale omonima di Dario Fo, questo cartone ha il suo centro in Johan Padan, incarnazione di quelli che Fo definisce "nullagonisti", ossia i comprimari al seguito di quelli che fanno la storia. C'è una vena polemica, che però è addolcita rispetto al testo teatrale, dal momento che il cartone è improntato sull'antieroismo e sul rispetto dell'Altro. Il disegno è eseguito a mano, ma per le ambientazioni e gli sfondi è stato usato anche il digitale. Il risultato è una miscela di colori che si combinano in splendide sequenze quasi pittoriche. »

« Un film suggestivo in cui si alternano toni divertenti a momenti di grande intensità emotiva. Il nucleo è il tema del viaggio, inteso come percorso di formazione e di conoscenza reciproca attraverso il superamento in comune delle sfide. Il confronto, spesso conflittuale, fra le rispettive diversità porta lentamente i protagonisti a comprendere il valore della cooperazione, del rispetto e dell'amicizia. L'animazione è di buona qualità, i personaggi sono ben caratterizzati e soprattutto ci sono alcune trovate che restano impresse nel pubblico, prima fra tutte la sequenza dello scoiattolo che insegue la ghianda, che si ripete più volte nel corso del film. »

« Una favola originale, con una morale incentrata sulla paura dell'ignoto e che rimodella una delle paure classiche del mondo dell'infanzia: il mostro cattivo, l'uomo nero che spaventa i bambini non appena sono lasciati da soli. In questa fiaba, però, i mostri sono degli impiegati che spaventano i bambini per trasformare le loro urla in energia per la loro città. Inoltre anche i mostri hanno il terrore dei bambini, ma l'incontro fra i due protagonisti e la bimba Boo permetterà loro di conoscersi e superare le rispettive paure e le diversità. Non mancano le trovate comiche e divertenti legate al mondo dei mostri, così simile al nostro. »

« L'esigenza del regista di fare un film "personale", a basso budget ma che parlasse direttamente al cuore degli spettatori, ha portato alla creazione di questo capolavoro, un inno all'immaginazione e alla fantasia dei bambini, una favola moderna che fa ridere e commuove al tempo stesso. La sceneggiatura è perfetta e consistente, senza divagazioni, semplice come i pensieri dei bambini. Insieme a "Incontri ravvicinati" ci offre un nuovo modello di alieno: non più un malvagio conquistatore ma un amico, un compagno buono, con un messaggio di pace e una richiesta di aiuto. "E.T. Telefono casa" è diventata la richiesta di aiuto per antonomasia. Memorabili alcune scene, che restano impresse nella memoria anche dopo vent'anni: il volo in bicicletta, le dita che si sfiorano, e soprattutto lo sguardo di E.T., che non è altro che lo sguardo stupito e puro dell'infanzia. »

« Quarant'anni dopo il capolavoro di Walt Disney, un suo nipote riprende il materiale di "Fantasia" per soddisfare un desiderio del nonno. Le nuove tecnologie e i software dell'animazione digitale vengono utilizzati per un film dal sapore antico e romantico, alla cui base ci sono il potere della musica e della fantasia e l'ispirazione data dalle note di cinque brani classici e immortali. Non c'è una vera e propria storia, con un eroe e un cattivo, ma un vero e proprio caleidoscopio musicale e visivo, per cui se amate le storie Disney classiche resterete un po' spiazzati. »

« Un'occasione mancata, sia nel creare un film leggero fatto solo di effetti speciali per scontri e distruzioni (negli ultimi venti minuti c'è posto solo per questo), sia nel proporre un percorso psicanalitico per il povero Bruce Banner, snaturando in parte la genesi di Hulk come raccontata nel fumetto. La regia sfrutta un montaggio originale che a volte spezza l'inquadratura in due parti per restituire allo spettatore la sensazione del taglio delle vignette del fumetto, ma oltre a questo non va; il protagonista, inoltre, non ha espressività, non ci fa appassionare a Banner come invece farà Norton nel seguito. Del cast si salva solo il grande Nick Nolte. »

« Siamo davvero protagonisti della nostra vita, o gli eventi che viviamo sono opera di una regia che nascostamente ci manipola? Il film propone un interrogativo non banale in questa commedia originale, spiritosa eppure angosciante. Jim Carrey è perfetto nei panni del protagonista: lasciate da parte le vesti dell'istrione debordante ci regala un personaggio ingenuo, semplice, che però non si lascia sconvolgere dal crollo di tutte le sue certezze e non si tira indietro di fronte alla possibilità di aprire fisicamente un varco nel cielo di carta, di pirandelliana memoria, per vivere una nuova vita, fino a quel momento sconosciuta. »

« Si può vivere immersi in un mondo di sogni a tinte pastello? Attenzione perché prima o poi un piccolo evento (una biglia che rotola) vi riporterà alla realtà, come succede ad Amélie, che a quel punto decide che lo scopo della sua vita è portare la felicità agli altri, visto che a lei fino a quel momento ne è toccata ben poca. Fra una trovata e l'altra (alcune stravaganti, altre irresistibili) arrivano anche gli incontri importanti, come quello con l'uomo di vetro che la esorterà a uscire dal suo mondo di sogno e con un ragazzo strampalato come lei, grazie a cui scoprirà quale emozione è la felicità. »