Tutte le recensioni di R.Paolo

« Di questo film ricordo soprattutto il paragone fra il matrimonio e una coppia di pattinatori sul ghiaccio: l'equilibrio si raggiunge solo attraverso l'attenzione reciproca e il gioco di squadra. La storia d'amore dei protagonisti invece è raccontata attraverso gli sguardi dei loro amici, parenti, colleghi di lavoro e del sacerdote che li ha preparati al matrimonio e poi sposati. I protagonisti sono simpatici, hanno verve, i dialoghi sono divertenti e le problematiche affrontate non sono banali, ma l'intero film risulta un po' galleggiante, come se non approfondisse mai davvero né i caratteri dei personaggi né le varie tematiche, mantenendosi sempre in superficie. »

« Guardavo questa serie di cartoni animati da bambino, e mi ha sempre affascinato l'idea di poter attraversare con la magia un varco che conduce verso un mondo incantato, dove le creature (sia animali che piante) parlano, il tuo cane può volare, il tuo yoyo è magico e hai una missione da portare a termine, quella di ritrovare la tua amica (anche se io ho sempre pensato che in realtà fossero innamorati) rapita da un demone. Ogni puntata è strutturata in modo simile: si fa la conoscenza di nuove creature da aiutare, si sventano i piani del cattivo ma non si riesce a raggiungere Nina, almeno fino al momento dell'happy end finale, dove l'unione di tutte le creature buone fa davvero la forza. »

« È giusto dire subito che questo film, che ha un soggetto impegnativo, non è un'animazione per bambini ma si rivolge intenzionalmente agli adulti: non ci sono animali parlanti, è poco evidente l'elemento musicale e si percepisce soprattutto la presenza della morte. In una delle scene di maggior impatto emotivo viene mostrato il corpo senza vita di un bambino, il figlio del faraone, evento rarissimo per un film d'animazione. In generale l'impatto visivo è efficace sin dall'inizio: la maestosità e lo sfarzo delle costruzioni egizie contrastano con la sofferenza del popola ebraico in schiavitù. Le psicologie dei personaggi sono ben costruite e gli effetti speciali non mancano, come nell'episodio della traversata del Mar Rosso. »

« Abbandonati i film impegnati Soderbergh sembra volersi concedere un "divertissement", ma con stile. Grazie a una sceneggiatura complessa e ben orchestrata nasce un film frizzante in cui ogni elemento del cast (e sono tanti, tutte star di primo piano!) riesce a trovare il giusto tempo e spazio per dare spessore al proprio personaggio. Fondamentale è la colonna sonora, che riempie ogni scena con il giusto commento musicale. Il film è piacevole e leggero, non mancano un po' d'azione e la giusta suspense che coinvolgono e conquistano lo spettatore. »

« Il secondo film di Raimi su Spiderman è l'occasione per delineare meglio il personaggio, che nel capitolo precedente risultava solo abbozzato. Questa volta al centro della scena non c'è il supereroe ma l'amico di quartiere, il vicino di casa, il giovane adolescente costantemente in bilico per le scelte non comuni della sua vita, alle prese con un destino che non si è scelto e con un dovere verso qualcuno o qualcosa. Questa scelta va a scapito dell'azione, ma il film ne guadagna tantissimo.
A guardare bene, forse non ci sono nemmeno "cattivi" veri e propri e Spiderman è prima di tutto un ragazzo qualsiasi, con un nome e un cuore innamorato. »

« Per ricostruire con credibilità il personaggio di Batman, messo in crisi dai precedenti film (alcuni dei quali si sono rivelati deludenti baracconate), il regista – alla sua prima esperienza con un comic-movie – costruisce intorno al protagonista un contesto verosimile entro cui muoversi, partendo dal presupposto che Batman è solo un uomo senza superpoteri ma con un grande ingegno e una straordinaria ricchezza.
Il lavoro scenografico è notevole: si passa dai connotati freddi delle montagne tibetane alla cupezza di Gotham City, coniugando le guglie gotiche da dove iniziano le sortite notturne di Batman con lo skyline di una metropoli contemporanea.
Ne nasce un ottimo film, in cui giocano un ruolo importante anche l'oscurità, l'atmosfera opprimente e la seriosità del contesto, col risultato che questa nuova saga riesce a portare anche il Batman cinematografico alla maturità che i fumetti hanno raggiunto vent'anni prima. »

« Un film noir ben costruito, con una trama semplice, che sviluppa una riflessione molto interessante sul dualismo avere-essere: il protagonista si troverà, in un momento cruciale della sua vita, a dover fare una scelta proprio partendo dal dualismo fra passione e desiderio da una parte e tranquillità e agio di una vita aristocratica dall'altra. Non a caso all'inizio del film il protagonista legge "Delitto e Castigo", spunto che si concretizza, nelle fasi finali, come emblema dell'impossibilità di poter continuare a vivere dopo le spaventose azioni commesse. La salvezza del protagonista diventa una liberazione, ma non gli consente di riportare nella propria vita una qualche parvenza di normalità. »

« Il protagonista del film non è un robot come ci si aspetta: non è forte né bello, non ha super poteri e, addirittura, non ha nemmeno una sua funzione vera e propria. Però sa come far sciogliere il cuore del pubblico: questo robottino non si dimentica facilmente, sia per la fisicità goffa e spassosa (geniali gli occhi a forma di binocolo) sia per la personalità commovente e malinconica. Wall-e è un eroe, ma non sa di esserlo: in un mondo abbandonato dall'uomo che è fuggito dalle proprie responsabilità, lui continua imperterrito la sua attività, conservando intatte curiosità e intraprendenza e sviluppando un senso della vita che comprende sensibilità e affettività. »

« Dal fumetto autobiografico di Marianne Satrapi deriva questa trasposizione in un film molto suggestivo. L'aspetto grafico è quello di una graphic novel in bianco e nero, con piccoli e ben dosati squarci di colore che rendono l'idea di semplicità, proprio quella della bambina che racconta. Allo stesso modo sono semplici ma credibili anche i dialoghi.
La protagonista è simpatica, come anche la nonna, e mette in evidenza lo squallore della società iraniana, con le sue contraddizioni e in cui la libertà delle donne viene in breve tempo limitata. A queste tematiche si mischiano sapientemente le contraddizioni dell'adolescenza, età sospesa tra sogno e realtà. La scelta finale della protagonista è certamente coraggiosa: chissà se è anche quella più corretta. »

« Pur non avendo visto tutti i film di Allen, in questo caso non ho esitazioni a ritenere questa pellicola uno dei punti più bassi della sua carriera. Le quattro storie raccontate si mescolano in un montaggio piacevole, ma lasciano ben poco e risultano piatte, incolori e insipide. Nonostante il nutrito cast internazionale le storie restano poco divertenti, a tratti addirittura banali, e infarcite di luoghi comuni: non c'è critica, nemmeno ironia pungente, ma solo semplici trovate che non si sviluppano mai fino in fondo. In conclusione: deludente! »