Tutte le recensioni di R.Paolo

« Chi non vorrebbe essere amato dalle persone con cui vive quotidianamente, chi non vorrebbe vedere riconosciuto il proprio merito nelle attività svolte? È quello che capita a Ralph, eroe negativo di un vecchio gioco Arcade che ricorda molto Donkey Kong che si contrappone ad Aggiustatutto Felix, l'eroe positivo. Ralph, per provare agli altri personaggi del gioco di valere quanto Felix, evade dal gioco e cerca gloria in altri videogiochi. Sarà l'incontro con una simpatica Glitch un errore di programmazione in un gioco alla Mario Kart, che gli farà capire l'importanza di essere se stessi e che il valore di ognuno non si misura dalle medaglie vinte ma dai sorrisi che si fanno comparire sui visi di chi amiamo. Decisamente bello, con tante citazioni di giochi classici, e di personaggi di giochi famosi. »

« Alzi la mano chi non ha, almeno una volta nella vita, espresso il desiderio di volare, di poter sollevare il proprio corpo in aria e librarsi sopra le teste altrui in piena libertà. La protagonista dice che per farlo basta poco: polvere magica e un pensiero felice. Questa delicata animazione in cui le fatine non volano praticamente mai a causa della pioggia ci fa riflettere su un tema molto importante: crediamo solo a ciò che vediamo, ciò che possiamo misurare scientificamente, o siamo capaci di fidarci di chi ci circonda, anche se quello che dice sembra senza logica? Questa domanda è importante nel rapporto genitori-figli, e il film ci suggerisce che la cosa più importante è mettersi in ascolto, prima di capire o credere: un bell'insegnamento per grandi e piccoli. »

« Kieslowski si confronta con il tema del doppio, già magistralmente sviluppato da Saramago: due donne hanno in comune l'aspetto fisico, il nome, la passione per la musica e il canto, ma non si conoscono, dato che una vive a Parigi e l'altra a Cracovia. Quando un giorno, casualmente, Veronique fotografa Weronika scoprendo finalmente l'esistenza della "gemella", le loro esistenze si legano indissolubilmente e profondamente, quasi a diventare l'una responsabile dell'altra, fino a prenderne il posto, a portare a termine i progetti iniziati quando per una sopraggiunge la morte. Un film intenso, recitato con passione da una giovane Irene Jacob. »

« Non si può certo dire che non sia bello almeno quanto gli altri due capitoli dedicati alla bandiera francese, ma questo film è quello che mi ha colpito e impressionato di meno. Il colore è il bianco dell'uguaglianza, che però acquista qui una connotazione decisamente negativa: non si parla di uguaglianza di fronte a uomini o a Dio, bensì uguaglianza nella stessa cattiva sorte, nella malvagità subita e provocata. I due sposi che si separano per non aver consumato il matrimonio si infliggono le stesse umiliazioni, nella ricerca di una vendetta ispirata da meri valori materiali: sesso e denaro. Mi è sembrato più triste e disperato degli altri due film, e per questo mi ha toccato con più difficoltà. »

« Atto conclusivo della trilogia sui colori della bandiera Francese: ci si interroga sulla fraternità attraverso l'incontro accidentale tra una modella che ritiene che tutti debbano "prendersi cura" degli altri, anche di un cane che lei ha investito, perché tutti sono legati da un vincolo di fratellanza e un vecchio giudice in pensione, che passa il tempo ad ascoltare le conversazioni telefoniche dei vicini. Il drammatico finale che riunisce tutti i protagonisti della trilogia evoca una risposta complessiva sui tre valori che apre alla speranza. »

« Primo film dedicato ai colori della bandiera Francese: blu come libertà, che il regista intende come possibilità di fare a meno di tutto e tutti. Il regista ci chiede, attraverso le scelte della protagonista (un'intensa ed emozionante Juliette Binoche), se possa esistere una forma di libertà intesa così. La donna prova, per rispondere al dolore accecante della morte improvvisa del marito, a liberarsi di tutto quanto le possa ricordare la vita precedente il lutto. Prova a fare a meno degli altri, ma si accorgerà che solo la compassione con un'altra solitudine e la forza dell'amore di un uomo che la ama da sempre le regaleranno la vera libertà: quella di esprimere totalmente se stessi, »

« Dopo la conclusione della trilogia sugli X-Men con alcune illustri morti, una via possibile da percorrere è mostrare l'origine del gruppo dei mutanti, partendo dalla seconda guerra mondiale ma soprattutto collocando le loro azioni in piena guerra fredda, negli anni di Kennedy. Compaiono così nuovi personaggi: Havoc, Banshee ed Emma Frost su tutti. Non mancano, come sempre, i colpi di scena e le scene spettacolari, viene spiegato come il professor Xavier resta paralizzato, come nasce la sua rivalità con Magneto e l'idea della scuola per giovani mutanti. Insomma: molti punti vengono chiariti, mentre si aprono nuovi fronti e nuove possibilità di sviluppo delle storie. »

« Eccoci al terzo capitolo della saga dei mutanti, la resa dei conti: viene resa nota l'esistenza di una cura per eliminare il gene mutante con tutto ciò che comporta. Per qualcuno (Rogue) significa finalmente libertà di poter toccare gli altri senza timore di ucciderli, per altri (Magneto) il tentativo di sterminare i mutanti. Per questo si trovano contrapposte due fazioni, il cui scopo è la sopravvivenza, da perseguire però in modo diverso. Il film è molto più drammatico degli altri e la sceneggiatura è ricca di colpi di scena. Torna Jean Grey come Fenice Nera, ma muoiono a sorpresa alcuni protagonisti principali. Su tutto c'è la drammatica scelta cui è costretto Wolverine: deve uccidere chi ha amato per la salvezza di tutti. Avvincente e appassionante come non mai. »

« Dopo il successo planetario del primo film continuano le avventure dei supereroi mutanti, che si arricchiscono di nuovi personaggi, sia buoni che cattivi, dotati di poteri stupefacenti. Si va dal teleporta Nightcrawler a Pyro a Uomo Ghiaccio. In questi film si assiste all'alleanza, o presunta tale, fra la confraternita di Magneto e gli allievi di Xavier per sconfiggere un nemico comune, il colonnello Stryker, che ha come unico obiettivo la distruzione dei mutanti. Durante i combattimenti scopriamo che le origini di Wolverine, ignote anche a lui, sono collegate a Stryker, e questo sarà lo spunto per una serie di spin-off a lui dedicati. Il film chiude in modo drammatico ma aperto, facendo intuire un seguito dedicato a un nuovo essere, Fenice, nato dalle ceneri di Jean Grey. »

« Non poteva mancare un film anche su questi supereroi, che fin dalla loro prima apparizione nei fumetti hanno incarnato il diverso, ciò che sfugge alla normalità (ognuno di essi possiede un gene mutante che gli conferisce poteri extra umani) e che quindi ispira paura e viene giudicato pericoloso, da mettere al bando. Da qui prende spunto il film, che racconta le storie travagliate di alcuni fra i più famosi mutanti e mostra come i loro percorsi si intreccino attorno alla figura del Professor Xavier, o di Magneto per i mutanti malvagi. Ricco di effetti speciali e di scene spettacolari, non delude le aspettative e stimola anche la riflessione. »