Tutte le recensioni di R.Paolo

« Del fumetto è rimasto solo il titolo e l'idea centrale del viaggio mentale nel tempo, tutto il resto è nuovo, arricchito da una trama ben congegnata e da una sceneggiatura ricca di colpi di scena. Anche i protagonisti cambiano, ma ne resterete comunque incantati. Ottimi gli effetti speciali e le scene d'azione, con abbondanza di realistici superpoteri. »

« Se avete letto l'omonimo fumetto e vi è piaciuto, non aspettatevi una fedele riproposizione. L'idea centrale resta, ma viene arricchita al contorno da una trama ben congegnata e da una sceneggiatura ricca di colpi di scena. Anche i protagonisti sono diversi rispetto al fumetto, ma ripeto, prendetelo come un'opera completamente nuova e ne resterete incantati. Ottimi come sempre gli effetti speciali, che fanno sembrare reali i superpoteri dei protagonisti. Non è solo un film d'azione, ma c'è spazio anche per riflettere sulle conseguenze delle proprie azioni e sull'aver fiducia in chi ti vuole aiutare, anche se indossa gli artigli di Wolverine. Splendido il personaggio adolescenziale di Quicksilver, e bellissime le scene rallentate di cui è protagonista. Assolutamente consigliato se vi piace il genere. »

« Il film d'azione per eccellenza della mia adolescenza, quello che ha consacrato Stallone, con scene d'azione memorabili e in certo qual modo divertenti e un protagonista che per più di metà film praticamente non parla. Se, oltre all'azione, il film si proponeva anche di denunciare il modo in cui venivano trattati dai propri compatrioti i reduci dalla guerra del Vietnam, credo che non sia riuscito perfettamente nell'intento: le scene d'azione sono troppo spettacolari e predominanti, e sembrano appunto ricalcare, anche grazie ai flash mnemonici del protagonista, quanto vissuto nella disfatta in estremo Oriente. Fa comunque pensare il fatto che in America, se non si torna vincitori dalla propria missione, si viene svalutati. »

« Sarà che è passato tanto tempo da quando l'ho visto, ma questo film nei miei ricordi ha la consistenza dell'acqua, tanto impalpabile e privo di personalità e spessore mi era sembrato. Soprattutto Mister T, che ero abituato a vedere nel telefilm "A-Team", mi ha lasciato un senso di delusione: sembrava quasi una marionetta messa lì per caso nelle vesti dell'avversario di turno. Ci sono comunque anche alcuni spunti interessanti, come la disillusione per l'essersi creduti imbattibili e la scoperta che gli avversari non erano un granché, la morte di persone care e soprattutto l'inizio dell'amicizia fra Rocky e Apollo, che diventa il suo allenatore. »

« Dopo la vittoriosa campagna di Russia, come si poteva trovare un'idea per girare un nuovo film su Rocky? Nasce allora questo film intimistico, meno dedicato ai combattimenti, meno urlato dei precedenti, meno adrenalinico, dove sono la fiducia, il rispetto dei valori e la delusione per il tradimento a farla da padroni. Non mancano le scene di combattimento, ma non le interpreta Rocky bensì il suo pupillo, che sfida il maestro per un incontro che decida chi dei due è il vero campione. Qui, per un attimo, ho tremato: stai a vedere che riportano Rocky sul ring per un improbabile incontro! Invece la scelta di Avildsen mi è sembrata ottima e verosimile: ne guadagna il film, che acquista in qualità pur perdendo un po' della spettacolarità dei precedenti. »

« Questo quarto film della saga è un caso, non poi così raro, di film memorabile ma con una sceneggiatura assolutamente prevedibile, priva di colpi di scena e totalmente buonista. Quasi imbarazzanti le metafore politiche, per niente velate, che contrappongono il gigante russo tutto calcolo e scienza da laboratorio al piccolo (si fa per dire) americano tutto cuore e determinazione. Eppure il film ha avuto un successo planetario, e ci sono scene che restano nella mente degli spettatori, dalla famosa frase "Io ti spiezzo in due" alle sequenze di combattimento e agli allenamenti nella neve. Il finale è debole, prevedibile e buonista, ma non rovina il film, anzi si nota poco. »

« Se un film ha avuto successo è buona norma, soprattutto in America, cercare di bissare i buoni risultati con un seguito, soprattutto se il primo film non ha avuto il lieto fine che tutti si aspettavano. E così nasce l'idea della rivincita, sia perché il campione non è convinto di aver meritato davvero di mantenere la corona, sia perché l'opinione pubblica è tutta a favore dello sconosciuto sfidante. Non mi sento di dire che questo secondo film sia all'altezza del primo: si sente il cambio di mano nella guida delle riprese e anche la sceneggiatura non è del tutto brillante. Non mancano scene di combattimento intense, fino al rocambolesco finale e all'urlo liberatorio di Rocky che, quello sì, resta nei ricordi! »

« Ci sono scene di film che rimangono impresse nella mente in modo indelebile e che ciascuno vorrebbe poter vivere prima o poi. Chi non ha mai desiderato di trovarsi ai piedi della scalinata di Philadelphia e salirla correndo come fa Rocky al termine del faticoso allenamento e poi alzare trionfante le braccia al cielo, magari sentendo nella propria testa la colonna sonora che accompagnava le gesta di Stallone? Ecco basterebbe una scena come questa a consacrare questo film nella memoria collettiva come il simbolo della realizzazione di un sogno con tenacia, grinta, passione, confidando in chi ci ama e negli amici. E se anche tutto sarà stato vano, poco importerà, se ce l'avremo messa tutta. »

« Nel terzo episodio delle avventure di Trilli scopriamo che solo una volta ci fu l'incontro fra un'umana e una fata, e non solo questo incontro fece nascere una bella amicizia, ma fu anche l'occasione per riavvicinare un papà troppo occupato con il suo lavoro di scienziato alla figlia impegnata vanamente a convincerlo (con tanto di ricerca scientifica) che le fate esistono davvero. Servirà la polvere magica per compiere questa sorta di "conversione", e con un pensiero felice padre e figlia potranno volare nella notte londinese e ritrovare un'intesa che sembrava offuscata. Splendidi i colori e l'ambientazione nella campagna inglese. »

« Bella e importate questa storia che parla dell'egoismo e di come un grande compito possa diventare fonte di inimicizia e di guai, se non si è capaci di condividere le fatiche ma anche di confidarsi con gli amici. Trilli deve costruire un nuovo scettro per creare la polvere magica blu che alimenta l'albero della polvere magica, ma combinerà dei guai che la porteranno a litigare con il suo miglior amico Terence e dovrà fare un viaggio avventuroso per cercare di rimettere le cose a posto. Ci riuscirà? Quantomeno imparerà a capire l'importanza di riconoscere i propri errori e avere fiducia in chi ci vuole bene. Per il resto... è una Tuttofare, e con il cuore sereno una soluzione si trova sempre! E che soluzione... »