Tutte le recensioni di I.Lucia

« Da quello che è considerato IL romanzo americano, "Il grande Gatsby" è un film un po' particolare. La storia narra di Jay Gatsby, un magnate americano che, nonostante la giovinezza, è già molto ricco e famoso (sebbene nessuno sappia molto di lui né dei suoi affari). La voce narrante è quella di Nick Carraway, un giovane "vicino" di Gatsby che avrà l'onore di diventare suo amico (o quasi).
Il film è, come ho detto prima, particolare; principalmente perché è ambientato negli anni Venti ma con influenze moderne - ci sono musiche e situazioni dei giorni nostri. Qualcuno potrebbe storcere il naso di fronte ad alcune scelte del regista, ma secondo me sono invece molto azzeccate, per un semplice motivo: la vita sconsiderata, spensierata, piena di lusso ed eccessi, è proprio quella che oggi si vive in certi ambienti. Il senso di malessere di questi giovani che vedono nel divertimento la sola e unica valvola di sfogo in una società che non li comprende è simile a quello odierno. Per questo, come il libro, il film è sicuramente un'opera molto buona.
L'unico e grande difetto è stato quello di volerlo adattare al 3D, secondo me una scelta molto infelice perché purtroppo abbassa la qualità del film; non ce n'era assolutamente bisogno.
Per il resto un bel film, consigliato soprattutto se vi è piaciuto il libro (o adorate Leonardo Di Caprio). »

« Tratto dal famosissimo musical con le canzoni degli Abba, questo film è una vera e propria sferzata di energia.
Divertente e entusiasmante, è piaciuto anche a me nonostante fossi un po' prevenuta. Gli attori sono tutti bravissimi - anche Pierce Brosnan, stonato come una campana. I personaggi sono ben costruiti, le situazioni divertenti e le canzoni ben contestualizzate.
Se vi piacciono i musical (questo è l'unico limite), è assolutamente da vedere. Correte a recuperarlo! »

« Fino a un paio di anni fa, nonostante fossi fan di Carlo Verdone, non avevo mai visto questo film. Ho colmato le mie lacune e devo dire che questo film è eccezionale!
Il film segue le storie di tre diversi personaggi: Enzo, un ragazzo sempre alla ricerca di avventure "amorose" che, purtroppo, si rivelano sempre un fiasco; Leo, un giovane molto ingenuo che incontra una spagnola con cui cercherà - invano - di avere una relazione; Ruggero, un novello hippie con un padre che non si rassegna a vederlo "buttare" in questo modo la sua vita. Oltre all'estrema comicità delle situazioni, delle battute, non si può non applaudire alla bravura di Verdone che recita non solo il ruolo dei tre protagonisti, ma anche quello di due personaggi che interagiscono con Ruggero, in un sapiente gioco di regia. Un film diventato un classico, che non può mancare nel bagaglio dello spettatore italiano. »

« In "Staying Alive" seguiamo le vicende di Tony Manero che, lasciata la famiglia e una vita che non lo soddisfaceva più, cerca di sfondare come ballerino. La strada da fare è lunga e difficoltosa, ma l'incontro con una famosa ballerina darà una svolta alla sua vita.
C'è una premessa importantissima da fare: il regista non è lo stesso della "Febbre del sabato sera". No. Sylverster Stallone. Ora, per quanto Stallone possa essere bravo nel suo genere di film, il film musicale non è proprio nelle sue corde. Qui Tony Manero è cambiato non solo psicologicamente ma anche fisicamente, divantando molto più muscoloso, secondo altri canoni che stravolgono completamente il personaggio. Qui oltre l'estetica c'è ben poco: il clou del film è lo spettacolo cui Tony parteciperà come protagonista, in cui noi vedremo solo i corpi nudi dei ballerini. Stop. Non c'è introspezione psicologica dei personaggi, che si comportano in modo totalmente sconclusionato, non c'è lo sfondo sociale ben presente nella "Febbre del sabato sera". Brutto, veramente brutto. L'unica cosa che si può salvare sono le musiche.
Per il resto è un no secco: evitatelo! »

« Uscito pochi anni fa, si proponeva di essere un seguito – anche se non ho mai capito di quale film e quale personaggio. In realtà non è il seguito di niente, ma riprende alcuni "personaggi", nel senso di tipo di personaggio, e li porta dagli anni Ottanta-Novanta ai giorni nostri. Abbiamo anche un ritorno ai film con più protagonisti: c'è Moreno, un "coatto" che porta moglie e figlio in un hotel di lusso cercando di mostrare una cultura e una raffinatezza che in realtà non possiede; Callisto, un professore universitario all'apparenza perfetto, che si rivela essere uno psicopatico nei confronti del figlio e della fidanzata; Leo, un padre di famiglia che alla vigilia di un raduno scout, deve affrontare la morte della madre e l'organizzazione del funerale. Tutti e tre vivranno delle vicende estremamente comiche (come dimenticare l'incontro di Callisto con l'onorevole, anch'esso interpretato dal Verdone).
Tuttavia rispetto ai film di una volta Verdone è sottotono; c'è molta più malinconia perché i personaggi stessi (o almeno alcuni) sono portati a riflettere sulla loro vita e sulle loro scelte. Come il loro "papà", hanno subito un'evoluzione negli anni.
Come film non è imperdibile, consigliato solo se siete appassionati di Carlo Verdone. »

« Flint Lockwood è un ragazzo dai molteplici talenti, un genio, un inventore, ma allo stesso tempo è talmente impacciato e pasticcione che le sue invenzioni spesso non producono altro che danni. Per questo motivo il padre gli intima di smettere con i suoi esperimenti. L'ultimo, però, si rivela molto più interessante degli altri, anche se sempre per errore: cominciano a piovere cibi enormi, che subito incontrano il gusto (è proprio il caso di dirlo) dei concittadini. Ma la macchina che produce tutto questo è in sovraccarico e la città comincia ad essere in pericolo.
Questo è uno dei tanti film d'animazione usciti in questi ultimi anni che non mi sono piaciuti: per la sua banalità, per la sua ricerca costante della battuta e della situazione divertente che invece annoia e appesantisce il tutto. Il messaggio finale è quanto di più banale possa esistere.
Assolutamente sconsigliato: non vedrò il seguito. »

« Un classico della mia infanzia. Ormai conosco a memoria le storie di Pasquale, il "muto" che subisce tutto senza fiatare e che alla fine scoppia; di Furio, un nevrotico e logorroico padre di famiglia che non capisce il disagio della moglie; di Mimmo, il bambinone che deve portare la nonna a votare. Ogni volta che lo vedo è un piacere, ma solo da poco ho imparato che dietro alle scene c'è molto di più: intanto la storia degli italiani, poi molti interrogativi a proposito dei personaggi e delle vicende che stanno vivendo, soprattutto a proposito del personaggio di Pasquale, comico ma allo stesso tempo tenero, che vede un'Italia estremamente cambiata al suo ritorno dalla Germania. Un film cult. »

« Le vicende di Tony Manero sono ormai, bene o male, conosciute da tutti. Non tutti però hanno visto, o sanno vedere, il film nel modo giusto: non si tratta solo di giovani che vanno a divertirsi e spendono i loro soldi nelle discoteche. Nel film viene raccontato un disagio più profondo, avvertito da tutti ma che nessuno riesce a esprimere, e a cui i personaggi reagisocno cercando di sopprimere i propri pensieri. Uno spaccato di vita americana degli anni Settanta. Ovviamente è anche un film d'intrattenimento: come potrebbe non esserlo, con le meravigliose musiche dei Bee Gees?
Un film estremamente consigliato! »

« Tratto dal bestseller di Dan Brown, "Il codice Da Vinci" è un thriller storico-fantastico che propone una teoria particolare: Cristo ebbe una discendenza e, attraverso alcune opere d'arte, si può giungere alla verità.
Secondo me il libro era carino, ma questo film è veramente abominevole. I personaggi, molto diversi dall'originale, sono caratterizzati in modo pessimo e si comportano in modo assolutamente sconclusionato. Adoro Tom Hanks, ma secondo me Robert Langdon è il peggior personaggio che abbia mai interpretato.
La vicenda segue abbastanza fedelmente il libro, ma non riesce a coinvolgere nello stesso modo.
Brutto, veramente sconsigliato. »

« Ho sempre pensato che fosse una stupidaggine, nonostante la presenza di un mostro sacro del cinema, ovvero Jack Nicholson. In un pomeriggio noioso l'ho visto e mi sono divertita da matti! Una storia comunque demenziale: un impiegato che reprime sempre i suoi sentimenti viene accusato di non saper gestire la rabbia e viene mandato in cura da uno psicanalista "fuori dagli schemi".
Le trovate comiche sono fantastiche, ma il migliore è certamente Nicholson, un grande attore che qui riversa tutta la sua capacità di far ridere.
Ottimo per passare un'ora e mezza in allegria. »