« Un professore di recitazione ebreo, di nome Adolf, deve preparare un Fuhrer ormai demoralizzato (è la fine del '44 e la guerra sembra ormai compromessa) al discorso di inizio anno, su incarico di Goebbels. Il film è volutamente tragicomico, di un umorismo nè demenziale nè raffinato (che alla fine a parte poche scene non esalta), che insieme racconta una storia che avrebbe potuto trovare un miglior sviluppo in un film più serio. L'idea di fondo infatti non è male, ma appunto l'intreccio con la comicità crea continui cambi di registro. Molto bella la scena finale, in cui il professore (che ha dovuto sostituire di nascosto la voce del Fuhrer, colto da improvvisa afonia e che si limita a gesticolare sul palco) viene freddato poichè sta pronunciando parole insensate e contrarie a quello che doveva essere il discorso ufficiale. »
« Un uomo misterioso e poco loquace arriva in treno in una piccola cittadina francese. Un vecchio professore in pensione lo invita a casa (una villa decadente arredata all'antica) e siccome l'albergo è chiuso, l'uomo approfitta della sua ospitalità, chiedendo di fermarsi a dormire qualche giorno. L'uomo è lì per rapinare la banca con alcuni complici (tra cui un curioso personaggio che parla una sola volta al giorno, pronunciando un misterioso aforisma alle dieci del mattino). Lo stesso giorno il vecchio avrà un intervento chirurgico e il pensiero lo tormenta. Tra i due si instaura un sodalizio che li porta in qualche modo ad identificarsi, ancorchè parzialmente, nella personalità dell'altro... Un ottimo film psicologico, che regala momenti di riflessione. »
« Mentre tra inglesi e francesi imperversa la guerra dei sette anni per il dominio sulle colonie americane, viene composta una milizia di coloni pronta a combattere a fianco degli uomini della Corona britannica. Solo alcuni si defilano per proteggere le loro case o come per lo yankee Nathan Occhio di Falco e i due mohicani che son con lui (di cui uno è il suo padre adottivo), per il desiderio irresistibile di andare a ovest... Splendida ambientazione e ricostruzione storica dell'America pre-rivoluzione, le scene di battaglia sono molto belle e ottimamente abbinate all'indimenticabile colonna sonora di Trevor Jones, sicuramente uno dei punti di forza del film. »
« Il film della Coppola sta tutto nell'esplorazione centellinata del rapporto che si crea tra i due protagonisti: le allusioni divorano l'innocenza, vera protagonista. L'intreccio lascia spazio all'interpretazione profonda e inquietante, per la capacità di sovvertire l'idea stessa dell'amore. L'ambientazione a Tokyo è decisiva: l'incomprensione sovrana rappresenta il distacco dei due dal resto del mondo nel vivere la loro strana esperienza. Straordinaria prova dei due attori protagonisti. Oscar per la sceneggiatura originale a Sofia Coppola. »
« Il valore del film è nella caratterizzazione di alcuni personaggi tra cui spiccano sicuramente il generale, nobile di animo e portamento, intelligente e pronto a prendere decisioni controcorrente, e di alcuni ufficiali, tra cui l'ex olimpionico che si dimostra così generoso da curare un ferito americano dedicandogli i pur scarseggianti medicinali. Rispetto al film con il quale si costituisce il dittico, questo ha il pregio di essere più coeso e univoco (l'ambientazione e l'arco temporale non variano sostanzialmente come in Flags of our fathers) . Il progetto di Eastwood era di raccontare dalle due fazioni l'orrore di una guerrra e di una carneficina tra esseri umani che sembrano così diversi ma che in realtà sono molto simili: non si può dire che non sia riuscito meravigliosamente, avendoci riservato momenti di riflessione e di emozione. »
« L'agrodolce ritratto di una vita qualunque di Arcand mescola momenti di assoluto lirismo a tratti di rassegnata malinconia. Non mancano però scene divertenti soprattutto in occasione dei sogni di Jean-Marc. Questi si susseguono continuamente nella prima parte e nella parte finale, mentre risparmiano il protagonista nella fase in cui frequenta la strana donna, segno che l'onirico desiderio di un'esistenza diversa era sotto i suoi occhi, alla sua portata. Eppure si fa sfuggire tutto per una fretta che non gli appartiene (se non nei suoi passionalissimi sogni con la giornalista). Metafore e coincidenze si susseguono in un continuo gioco di rimandi. Il mondo del medioevo, probabile ripudio della modernità rappresentata dal suo ufficio, collocato in un surreale contesto sportivo (un enorme stadio). Il lavoro fonte di alienazione e frustrazione per le vessazioni dei superiori. Contrariamente a quello che rappresenta per sua moglie, che vive per il lavoro. Un concetto di fondo che ricorda per certi versi Musil e (soprattutto nell'emblematico finale) Voltaire (Jean-Marc trova la sua pace sbucciando con zelo una mela e davanti a sè ne ha un cesto colmo). »
« Tratto dal classico del fantasy di Clive Staples Lewis, amico di Tolkien, il film è destinato ad un pubblico giovane e per quel target è innegabilmente ben fatto. Ottime le ambientazioni paesaggistiche e le ricostruzioni di castelli fantastici. Bella la scena della battaglia tra creature fantastiche (minotauri, centauri, animali parlanti). »
« Tratto dal romanzo di Garcia Marquez, degni di nota sono le ambientazioni e la recitazione di Bardem. La storia si sviluppa dalla giovinezza dei protagonisti fino alla loro vecchiaia, ma il trucco (soprattutto quello femminile) è deludente e poco credibile (ottimo invece quello di Bardem, anche se sembra invecchiare più velocemente di altri più anziani di lui) . »
Regia di Dani Levy - Eagle Pictures
Regia di Patrice Leconte - Cecchi Gori Home Video
Regia di Michael Mann - Warner Home Video
Regia di Sofia Coppola - Cecchi Gori Home Video
Regia di Clint Eastwood - Warner Home Video
Regia di Denys Arcand - Rai Cinema - 01 Distribution
Regia di Marilyn Fox - Koch Media
Regia di Mike Newell - Rai Cinema - 01 Distribution