« Film inglese del 1937 prodotto da Alexander Korda e diretto dal belga Jacques Feyder: nonostante la trama alquanto fantasiosa e da romanzo d'appendice, ha il suo punto di forza nell'interpretazione del bravo Robert Donat; la diva Marlene Dietrich - non al suo meglio, in una parte da "ingénue" a lei inadatta - concede, invece, degli intensi primi piani degni della Garbo. »

« Film diretto con la consueta maestria ed eleganza da John M. Old - alias Mario Bava - nel 1963: non si tratta di un horror, bensì di un sottile thriller psicologico in cui la brillante fotografia ed il commento musicale concorrono a creare un clima claustrofobico e ricco di angoscia. Il titolo allude alla scena cardine in cui Christopher Lee frusta con passione una compiaciuta e bellissima Daliah Lavi. »

« Un giallo in costume ben fatto, ben recitato e con una trama collaudata che ricorda vagamente "La signora scompare" di Hitchcock: in questo caso un uomo ed una donna giungono in un albergo, vi trascorrono la notte in camere separate, e il giorno dopo l'uomo è scomparso nel nulla e il personale dell'hotel nega di averlo mai visto accusando la donna di essere instabile mentalmente. Jean Simmons, nella parte dell'eroina che non si perde d'animo, e Dirk Bogarde, in quella del galante soccorritore, rappresentano un'inedita e piacevole coppia. »

« Apprezzabile tentativo di rispolverare il genere spy-comedy in voga negli anni '50 senza, tuttavia, riuscire a catturarne la leggerezza di fondo, complice anche la scelta di due attori non del tutto adatti e poco in sintonia: una Jolie dalla recitazione limitata all'arcata sopraccigliare e un Johnny Depp più spaesato di quanto lo richieda il personaggio; anche Venezia rimane un fondale piuttosto anonimo e poco valorizzato, senza mai diventare parte integrante del racconto. Un film, quindi, che risulta gradevole e piacevole nella sua eleganza patinata, ma che non riesce a nascondere la propria natura profondamente commerciale. »

« Versione meno nota del mito di Robin Hood che offre un approccio nuovo, incentrato maggiormente sullo sviluppo dei personaggi e interessato a delineare un quadro storico plausibile (la rivalità tra i sassoni autoctoni e i normanni invasori). L'unico difetto sta nella scelta del protagonista - Patrick Bergin - inadatto al ruolo e poco carismatico; ottima, invece, la prova di una giovane Uma Thurman nei panni di Lady Marian e di Jeroen Krabbe in quelli di un "villain" sofisticato e sornione. »

« Decisamente un passo falso nella lunga e prolifica carriera di Blake Edwards: un film che cerca di essere alternatamente satira militare, farsa sfrenata e commedia macchiettistica all'italiana, fallendo purtroppo miseramente in tutti e tre i generi. Dopo qualche risata stiracchiata non può che sopraggiungere la noia. »

« L'idea di fare un film con Marlon Brando e Yul Brynner, due attori con un approccio recitativo completamente diverso, era di per sé interessante e stimolante. Il risultato è parzialmente riuscito, ma merita comunque la visione. Finché il film si mantiene all'interno del genere spionistico -tutta la prima parte- è avvincente e non delude, tuttavia quando assume una vena più ideologica, risulta appesantito ed anche le prove attoriali ne risentono. »