« Non una produzione che resterà alla storia. Nemmeno un film noto per la qualità tecnica. Lo definirei un discreto thriller "da manuale". Tutti gli elementi della storia rispettano fedelmente alcuni capisaldi del genere: ambientazione (un'enorme casa sperduta in prossimità di un bosco nella quale si trasloca), personaggi (un padre e due figli di cui una ragazzina ed un bambino), accadimenti (strani rumori, strane voci, strani atteggiamenti della ragazzina), la necessità di indagare per vederci chiaro (ricostruzione della sinistra storia alla quale è legata quell'abitazione) .
Un film che riesce a portare quel minimo di tensione, anche se forse l'ovvietà dello svolgimento della trama dà l'impressione di star guardando un film già visto e rivisto... »
Allegro, 05-05-2011, ritenuta utile da 1 utente su 1
« Gli apprezzatori della comicità genuina, fresca, chiara, spontanea, mai forzata, sempre scorrevole come l'acqua e pungente come un ago, di Aldo, Giovanni e Giacomo, cresciuti con pietre miliari in stile "Tre uomini e una gamba" (sempre e comunque il numero uno), "Chiedimi se sono felice", "Tu la conosci Claudia" (il primo grande ritorno alla loro epoca d'oro), speravano che "La banda dei babbi Natale", film comunque molto divertente, che intrattiene molto volentieri lo spettatore e lo lascia col sorriso sulle labbra dall'inizio alla fine, si collocasse nel filone dei film intoccabili del trio (citati poco sopra), piuttosto che nel filone dei meno apprezzati: "Così è la vita", "La leggenda di Al John e Jack", "Il cosmo sul comò". E invece, seppur, come detto, si tratti di un film molto piacevole, dobbiamo attestare che quei tre potrebbero fare ancora molto ma molto di più.
"La Banda dei babbi Natale" è il loro primo tentativo di cinepanettone, senz'altro infinite volte più gustoso dei cloni annuali che ogni anno, quasi arrogantemente, ci propongono altre compagnie...
Di certo un film da vedere e con il quale passare una serata in allegria. »
Genialità King, 05-05-2011, ritenuta utile da 1 utente su 1
« Magnifica la scelta di tradurre in film un racconto così geniale, spaventoso, ma allo stesso tempo coinvolgente, come quasi sempre accade nei film dedicati alla narrativa di Stephen King.
La pellicola è diretta magistralmente da David Koepp, che riesce al meglio ad avvicinarci al realismo di alcuni passi dell'autore, ed alla frenesia fantascientifico-psicologica dei colpi di scena di cui la pellicola è colma.
Lo scrittore Mort Rainey (un Johnny Depp esemplare), protagonista del film, dopo la separazione dalla moglie (Maria Bello), vive nella sua casa in mezzo al verde (più che verde-speranza è però un pittoresco verde-grigiore, emblema del tempo che passa, della solitudine, del rimpianto, della rabbia, della gelosia, del confine con la follia), isolata dal resto del mondo, nella quale trascorre il suo tempo alternando sonno e veglia, quasi fino a voler far perdere al mondo le tracce di sé, e provare a farle perdere anche a sé medesimo.
La sua vita scorre piatta e poco movimentata, tra qualche riga da annotare e qualche antistress da maneggiare, fino a che una mattina non si presenta alla porta di casa un tizio (John Shooter interpretato da un geniale John Turturro) che accusa Mort di plagio. Non sarà un'accusa da prendere alla leggera, visto che il sig. Shooter sarà pronto a ricorrere a qualsiasi mezzo pur di essere ascoltato ed accontentato.
Un film che dosa a meraviglia suspense e rilassatezza, gioco e follia, sarcasmo e tormenti psicologici. Da manuale del genere cinematografico in questione. »
« Di questo film, qualitativamente fine e musicalmente molto "contemporaneo" (particolarmente apprezzabile l'ambient elettronico di Trent Reznor e Atticus Ross), si nota soprattutto il suo carattere di attualità. Trattare quasi biograficamente, od addirittura giornalisticamente, la vicenda della vita e delle invenzioni informatiche di uno dei personaggi contemporanei più influenti del pianeta, ha il suo livello di difficoltà. Il cast tecnico di questo film è riuscito nel suo scopo in maniera molto raffinata. La critica lo ha apprezzato moltissimo, ed il pubblico, spinto nelle sale dal solo titolo ('The Social Network'oggi è il pane quotidiano consumato da centinaia di milioni di persone nel mondo) , è riuscito a gustarselo seguendo i pro ed i contro dell'essere l'uomo, anzi, il miliardario, anzi il ragazzo, che ha messo in discussione i tradizionali canoni della relazionalità sociale, mettendo tutti in comunicazione informatica, realizzando l'utopia di una società fatta di account, profili, linguaggio multimediale, di post, tag, poke e diavolerie simili.
Un film che è libro di storia e sociologia contemporanea. »
« Quando in un film alquanto semplice, in una location assolutamente contenuta (un quartiere), si riescono a trattare, con maestria, profondità riflessiva, espressività visiva, temi sempre attuali, cruciali, scottanti, quali quelli della vilenza, del confronto intellettuale tra culture ed etnie diverse, delle guerriglie di strada, delle bande di quartiere, della piccola e della grande criminalità quotidiana di quartiere, ottenendo un risultato maestoso, significa che c'è di mezzo chi il cinema lo possiede nel DNA.
Clint Eastwood, considerando i suoi capolavori dell'ultimo decennio (da "Mystic River" a "Hereafter"), si conferma tra i registi più formidabili, espressivi, eleganti, posati. "Gran Torino" è una chicca imperdibile di cinema contemporaneo. »
« I film di Johnnie To hanno la loro serrata identità culturale, pertanto, giudicarli dal di fuori di essa lascia imbarazzati.
La pellicola è un ritratto di espressività culturale, di cultura orientale, fatta di credenze, costumi, modi di vivere e di raccontare storie, modi di ritrarre ambienti con un determinato stile musicale, cultura di interesse al proiettare storie da action movie in fantasie da manga giapponese, che però vorrebbe improvvisarsi film internazionale, commerciale.
Non so fino a che punto "Vendicami" sia stato in grado di non tradire le aspettative di chi sia andato a vederlo aspettandosi un classico thriller made in Usa.
L'ho ammirato sotto molti punti di vista, ho arricciato il naso sotto molti altri.
In ogni caso credo si tratti di un film da "assaggiare"... »
« Uno dei film più belli dell'ultimo decennio cinematografico. Una rappresentazione psicologica dall'inestilabile forza comunicatrice.
Quando a Jack Starks vengono attuate le procedure terapeutiche basate sulla somministrazione di determinati medicinali allucinogeni, e viene eseguita la cruenta pratica dell'essere immobilizzato su un lettino e chiuso in un cassettone, la sua mente è in grado di viaggare entro dimensioni spazio-temporali alternative, riuscendo ad esser proiettato ora nel prossimo futuro, ora nel passato, vivendo realmente, come se non si trattasse solo del frutto di visioni oniriche.
La sua esperienza sarà accompagnata da sensazioni terrificanti, attacchi di panico, ma anche da una sorta di solitudine mentale, annullata esclusivamente dalla presenza di Jackie, la ragazza che trasformerà in incanto le sue peregrinazioni psicologiche.
E' a cavallo tra esperienze mentali differenti ed a volte angoscianti, a cavallo tra dimensioni diverse ed equivocabili, a volte indistinguibili, che Jack dovrà far luce sulle vicende che gli stanno manipolando i pensieri, riuscendo a far tesoro del suo apparente trasporto psicofisico.
Un film che consiglio vivamente visto che si tratta del dramma psicologico più riuscito che abbia mai visto. »
Regia di Luis Berdejo - Rai Cinema - 01 Distribution
Un film che riesce a portare quel minimo di tensione, anche se forse l'ovvietà dello svolgimento della trama dà l'impressione di star guardando un film già visto e rivisto... »
Regia di Paolo Genovese - Medusa Home Entertainment
"La Banda dei babbi Natale" è il loro primo tentativo di cinepanettone, senz'altro infinite volte più gustoso dei cloni annuali che ogni anno, quasi arrogantemente, ci propongono altre compagnie...
Di certo un film da vedere e con il quale passare una serata in allegria. »
Regia di David Koepp - Universal Pictures
La pellicola è diretta magistralmente da David Koepp, che riesce al meglio ad avvicinarci al realismo di alcuni passi dell'autore, ed alla frenesia fantascientifico-psicologica dei colpi di scena di cui la pellicola è colma.
Lo scrittore Mort Rainey (un Johnny Depp esemplare), protagonista del film, dopo la separazione dalla moglie (Maria Bello), vive nella sua casa in mezzo al verde (più che verde-speranza è però un pittoresco verde-grigiore, emblema del tempo che passa, della solitudine, del rimpianto, della rabbia, della gelosia, del confine con la follia), isolata dal resto del mondo, nella quale trascorre il suo tempo alternando sonno e veglia, quasi fino a voler far perdere al mondo le tracce di sé, e provare a farle perdere anche a sé medesimo.
La sua vita scorre piatta e poco movimentata, tra qualche riga da annotare e qualche antistress da maneggiare, fino a che una mattina non si presenta alla porta di casa un tizio (John Shooter interpretato da un geniale John Turturro) che accusa Mort di plagio. Non sarà un'accusa da prendere alla leggera, visto che il sig. Shooter sarà pronto a ricorrere a qualsiasi mezzo pur di essere ascoltato ed accontentato.
Un film che dosa a meraviglia suspense e rilassatezza, gioco e follia, sarcasmo e tormenti psicologici. Da manuale del genere cinematografico in questione. »
Regia di David Fincher - Universal Pictures
Un film che è libro di storia e sociologia contemporanea. »
Regia di Clint Eastwood - Warner Home Video
Clint Eastwood, considerando i suoi capolavori dell'ultimo decennio (da "Mystic River" a "Hereafter"), si conferma tra i registi più formidabili, espressivi, eleganti, posati. "Gran Torino" è una chicca imperdibile di cinema contemporaneo. »
Regia di Johnnie To - CG Entertainment
La pellicola è un ritratto di espressività culturale, di cultura orientale, fatta di credenze, costumi, modi di vivere e di raccontare storie, modi di ritrarre ambienti con un determinato stile musicale, cultura di interesse al proiettare storie da action movie in fantasie da manga giapponese, che però vorrebbe improvvisarsi film internazionale, commerciale.
Non so fino a che punto "Vendicami" sia stato in grado di non tradire le aspettative di chi sia andato a vederlo aspettandosi un classico thriller made in Usa.
L'ho ammirato sotto molti punti di vista, ho arricciato il naso sotto molti altri.
In ogni caso credo si tratti di un film da "assaggiare"... »
Regia di John Maybury - Rai Cinema - 01 Distribution
Quando a Jack Starks vengono attuate le procedure terapeutiche basate sulla somministrazione di determinati medicinali allucinogeni, e viene eseguita la cruenta pratica dell'essere immobilizzato su un lettino e chiuso in un cassettone, la sua mente è in grado di viaggare entro dimensioni spazio-temporali alternative, riuscendo ad esser proiettato ora nel prossimo futuro, ora nel passato, vivendo realmente, come se non si trattasse solo del frutto di visioni oniriche.
La sua esperienza sarà accompagnata da sensazioni terrificanti, attacchi di panico, ma anche da una sorta di solitudine mentale, annullata esclusivamente dalla presenza di Jackie, la ragazza che trasformerà in incanto le sue peregrinazioni psicologiche.
E' a cavallo tra esperienze mentali differenti ed a volte angoscianti, a cavallo tra dimensioni diverse ed equivocabili, a volte indistinguibili, che Jack dovrà far luce sulle vicende che gli stanno manipolando i pensieri, riuscendo a far tesoro del suo apparente trasporto psicofisico.
Un film che consiglio vivamente visto che si tratta del dramma psicologico più riuscito che abbia mai visto. »