« Peccato aver a tutti i costi voluto fare un sequel fuori luogo di un film ("Radio Killer") avvincente e riuscito come pochi.
Il primo film era originale, ben fatto, qualitativamente ben montato, ben costruito insomma... Oltre ad essere davvero un film in grado di tenere lo spettatore incollato alla poltrona.
"Radio Killer 2" è banale, un sequel a basso costo, esasperato.
In sintesi: se prendete questo film per vedere il sequel di "Radio Killer", vi consiglio di lasciar predere. Potrebbe essere apprezzabile solo ed esclusivamente se pensato come film unico (per fortuna) e indipendente.
La trama e l'azione sono la copia di visti e rivisti soggetti cinematografici, ai quali si aggiunge l'irresistibile e, come detto, esasperata voglia di considerare questo film "la parte 2" di un thriller gustosissimo quale fu il primo. »
« Realizzato l'intento di coinvolgere lo spettatore e mantenere un'aria di suspense per tutta la durata del film, compresa la geniale scena finale.
Un horror psicologico più che, semplicemente, un horror, in quanto le visioni negli specchi del protagonista hanno un'origine più profonda, e, vedrete, sconvolgente, della semplice narrazione spaventosa da manuale dei piccoli-grandi brividi da fumetto (o filmetto).
Un film che mi ricorda, in parte, lo spettacolare horror di "1408", ma a cui manca qualcosa per poter essere apprezzato tanto quanto quest'ultimo. Di certo non ci sarà da annoiarsi, né da arricciare il naso di fronte ai colpi di scena prontamente presentati. »
« Film geniale. Viene narrata la capacità della mente umana, se stimolata a dovere ed oltre accettabili limiti, di cadere nell'imperscrutabile mondo dell'ossessione.
Il protagonista del film (un Jim Carrey in vesti inedite), totalmente preso dalla lettura di un manoscritto che ha trovato in cantina, si immerge a tal punto nel tormentoso racconto, da lasciarsi ossessionare dalla leggenda del numero 23. Da quel momento in poi, man mano che avanzerà nella lettura, scoprirà come il numero 23 stia perseguitando inesorabilmente anche la sua vita.
Ossessioni simili porteranno il protagonista verso le medesime sciagure del protagonista del racconto, fino a far confinare le due follie in maniera spaventosa e identificare i due in un solo inaccettabile destino. E pensare che tutto sia nato per puro "caso"... »
Impressionante, 06-05-2011, ritenuta utile da 1 utente su 3
« Impressionante racconto di un tormento psicologico che lacera lo scheletrico protagonista di questo film (Christian Bale dovette perdere 30 chili per interpretare questo personaggio), preda di molteplici ossessioni, paranoie, dubbi, alter ego di quel che un tempo egli stesso fu, ora ridotto ad un impressionante sottopeso, conseguentemente alla sua invincibile insonnia.
La vita del protagonista è ormai uno stato di dormiveglia, una sorta di sogno lucido tormentato da presenze e circostanze sinistre che gli lasceranno pensare di essere vittima di un perfido complotto collettivo: lavoro, casa, amicizie, tutta la sua realtà non sarà che il frutto di uno stato di distorsione mentale, di dannosa alterazione del vero conseguente ad atti di follia.
Il film è un gustosissimo thriller psicologico dall'impianto avvincente, sinistro, sconvolgente, a volte impressionante, sempre vincente. Lo consiglio vivamente agli appassionati del genere. »
« Paul Scheuring dirige il remake del film "The experiment - cercasi cavie umane", a sua volta basato sul romanzo "Black Box" di Mario Giordano e sull'esperimento carcerario di Stanford condotto dal professor Philip Zimbardo. Quest'ultimo, nell'omonimo libro, pose la domanda: cattivi si diventa?
"The experiment" è la prova nuda e cruda di come la psicologia umana sia altamente influenzabile dai contesti, dalla convinzione di appartenenza ad un determinato gruppo categoriale. L'uomo si lascia trasportare e si scopre spetattore delle sue stesse azioni puramente condizionate, e quasi pilotate, da istinti che spesso non sapeva neppure di possedere. Il velo delle convenzioni sociali, delle regole di convivenza civile, spesso determinano la nostra condotta che, se osservata in contesti differenti, in mondi a sé come l'ambiente carcerario, potrebbe essere assolutamente diversa, mettendo in discussione quella che noi crediamo sia la nostra identità. L'esperimento consiste nell'osservare le reazioni dei partecipanti ad una messa in scena: la costruzione di un carcere fittizio all'interno del quale i volontari partecipanti sono divisi in guardie e detenuti.
L'abuso di potere dei primi sarà immediato e devastante, mentre una sorta di rude patriottismo (dove per patria si intende il gruppo di appartenenza, in questo caso la categoria dei detenuti) guiderà i secondi verso una lotta all'ultimo sangue, combattuta da chi non doveva fare altro che "fingere"...
Un film molto interessante, particolarmente stimato anche in questa sua versione americana, che ripropone il tema dell'esperimento in modo molto attuale e coinvolgente. »
Regia di Louis Morneau - 20th Century Fox Home Entertainment
Il primo film era originale, ben fatto, qualitativamente ben montato, ben costruito insomma... Oltre ad essere davvero un film in grado di tenere lo spettatore incollato alla poltrona.
"Radio Killer 2" è banale, un sequel a basso costo, esasperato.
In sintesi: se prendete questo film per vedere il sequel di "Radio Killer", vi consiglio di lasciar predere. Potrebbe essere apprezzabile solo ed esclusivamente se pensato come film unico (per fortuna) e indipendente.
La trama e l'azione sono la copia di visti e rivisti soggetti cinematografici, ai quali si aggiunge l'irresistibile e, come detto, esasperata voglia di considerare questo film "la parte 2" di un thriller gustosissimo quale fu il primo. »
Regia di Alexandre Aja - 20th Century Fox Home Entertainment
Un horror psicologico più che, semplicemente, un horror, in quanto le visioni negli specchi del protagonista hanno un'origine più profonda, e, vedrete, sconvolgente, della semplice narrazione spaventosa da manuale dei piccoli-grandi brividi da fumetto (o filmetto).
Un film che mi ricorda, in parte, lo spettacolare horror di "1408", ma a cui manca qualcosa per poter essere apprezzato tanto quanto quest'ultimo. Di certo non ci sarà da annoiarsi, né da arricciare il naso di fronte ai colpi di scena prontamente presentati. »
Regia di Joel Schumacher - Rai Cinema - 01 Distribution
Il protagonista del film (un Jim Carrey in vesti inedite), totalmente preso dalla lettura di un manoscritto che ha trovato in cantina, si immerge a tal punto nel tormentoso racconto, da lasciarsi ossessionare dalla leggenda del numero 23. Da quel momento in poi, man mano che avanzerà nella lettura, scoprirà come il numero 23 stia perseguitando inesorabilmente anche la sua vita.
Ossessioni simili porteranno il protagonista verso le medesime sciagure del protagonista del racconto, fino a far confinare le due follie in maniera spaventosa e identificare i due in un solo inaccettabile destino. E pensare che tutto sia nato per puro "caso"... »
Regia di Brad Anderson - Moviemax Media Group
La vita del protagonista è ormai uno stato di dormiveglia, una sorta di sogno lucido tormentato da presenze e circostanze sinistre che gli lasceranno pensare di essere vittima di un perfido complotto collettivo: lavoro, casa, amicizie, tutta la sua realtà non sarà che il frutto di uno stato di distorsione mentale, di dannosa alterazione del vero conseguente ad atti di follia.
Il film è un gustosissimo thriller psicologico dall'impianto avvincente, sinistro, sconvolgente, a volte impressionante, sempre vincente. Lo consiglio vivamente agli appassionati del genere. »
Regia di Paul Scheuring - Universal Pictures
"The experiment" è la prova nuda e cruda di come la psicologia umana sia altamente influenzabile dai contesti, dalla convinzione di appartenenza ad un determinato gruppo categoriale. L'uomo si lascia trasportare e si scopre spetattore delle sue stesse azioni puramente condizionate, e quasi pilotate, da istinti che spesso non sapeva neppure di possedere. Il velo delle convenzioni sociali, delle regole di convivenza civile, spesso determinano la nostra condotta che, se osservata in contesti differenti, in mondi a sé come l'ambiente carcerario, potrebbe essere assolutamente diversa, mettendo in discussione quella che noi crediamo sia la nostra identità. L'esperimento consiste nell'osservare le reazioni dei partecipanti ad una messa in scena: la costruzione di un carcere fittizio all'interno del quale i volontari partecipanti sono divisi in guardie e detenuti.
L'abuso di potere dei primi sarà immediato e devastante, mentre una sorta di rude patriottismo (dove per patria si intende il gruppo di appartenenza, in questo caso la categoria dei detenuti) guiderà i secondi verso una lotta all'ultimo sangue, combattuta da chi non doveva fare altro che "fingere"...
Un film molto interessante, particolarmente stimato anche in questa sua versione americana, che ripropone il tema dell'esperimento in modo molto attuale e coinvolgente. »