Tutte le recensioni di O.Stefano

« Eastwood non l'ha diretto ma l'ha prodotto, infatti alla fine sembra più suo che dell'esordiente M.Cimino: un bellissimo film di rapina tipico degli anni 70 (ricorda molto "Chi ucciderà Charley Varrick", di quel Don Siegel che fu maestro di Clint), divertente ed eccentrico, ma anche amaro e violento. Grande coppia Clint-Jeff Bridges, uno maturo e silenzioso, l'altro allegro ed espansivo, ma vanno ricordati anche gli altri due componenti della banda, George Kennedy e Geoffrey Lewis, il feroce e il mite. »

« Tra i film hollywoodiani migliori del decennio, geniale nella trama (imprevedibile fino alla fine), intrigante nei temi affrontati (l'illusione, l'ambizione, la vendetta, il doppio...), molto elegante e inquietante nella messinscena. Bravi i protagonisti Bale e Jackman, tra i caratteristi spiccano Michael Caine (presenza fissa nei film di Nolan) e la rockstar David Bowie, già grande presenza in "Labyrinth". »

« Remake del noir "Le catene della colpa" (1947), in genere piuttosto stroncato, è invece molto interessante se lo si confronta con l'originale: dalle ombre angoscianti in bianco e nero si passa ad una fotografia luminosa e patinata, tra spiagge caraibiche, auto di lusso e scene erotiche molto sensuali tra Jeff Bridges e Rachel Ward....molto in stile anni 80 insomma, con la celebre "Against all odds" di Phil Collins sui titoli di coda, ma la vicenda del protagonista che si innamora della pupa del boss per cui lavora e finisce in una spirale di delitti e ricatti è sempre avvincente, suggestiva, senza tempo. Ulteriore tocco di classe è la presenza di Richard Widmark. »

« Western poco noto girato da Peckinpah subito dopo il celebre "Il mucchio selvaggio", rispetto al quale adotta uno stile molto diverso: poche sparatorie violente, nessun montaggio serrato, ma ritmo disteso, ironia e un finale malinconico che tocca il cuore e ribadisce lo sguardo pessimista dell'autore; Cable Hogue si aggiunge così alla lista degli eroi perdenti-con-dignità cari al regista, e Robards (già ottimo bandito in "C'era una volta il West") lo interpreta al meglio. »

« Uno di quei film che si può rivedere mille volte e apprezzare sempre come fosse la prima, malgrado si conosca già il doppio colpo di scena finale: è tutto perfetto, regia di Wilder come sempre calibratissima, dialoghi da imparare a memoria, ironia tagliente e uno sguardo amaro sui rapporti tra le persone. Fu purtroppo l'ultima interpretazione di Tyrone Power, bravissimo nel rendere ambigua la sua immagine di divo bello e sexy (anche se già nel '47 aveva interpretato un ruolo spregevole in "La fiera delle illusioni"...ma anche nelle parti di eroe romantico era mitico, un attore assolutamente da rivalutare!). »

« Gran bel western classico in CinemaScope, da vedere su schermi grandi per apprezzare gli splendidi scenari naturali che accompagnano le vicende narrate: il maturo cowboy Gable viene assoldato dal riccone Ryan per condurre la sua mandria...dovrà vedersela con insidie della natura, banditi, indiani, l'amore per la super-sexy Jane Russell (che ama l'uomo vero, ma per convenienza lo snobba a favore dell' infido elegantone) e i tradimenti del datore di lavoro. Regia di Raoul Walsh come sempre dinamica e avvincente. »

« E' il miglior western di Leone e, ovviamente, il punto più alto raggiunto dal western-spaghetti: se il West è un luogo duro e sporco dove c'è solo violenza e avidità (concetto già chiarito nei primi due film della "trilogia del dollaro"), il film bilancia l'amarezza di fondo con mumerose trovate umoristiche e risulta un concentrato di grandi emozioni che ancora oggi conquista per la regia meticolosa e spettacolare, la musica immortale di Morricone, i personaggi da fumetto (in senso buono: stilizzati e memorabili) col "brutto" Eli Wallach che, balordo e ringhioso, ruba la scena al "buono" Eastwood e al "cattivo" Van Cleef. »

« Divertentissimo giallo-rosa inglese, dove gran parte dell'umorismo nasce dall'ironia sulle contrapposizioni tra i britannici (John Cleese, avvocato compassato e imbranato) e i non britannici (la furba ladra americana Jamie Lee Curtis, che lo seduce per interesse in una girandola di doppi e tripli giochi; e Kevin Kline, italiano rozzo e ottuso ma pieno di arie, che nel nostro doppiaggio diventa spagnolo). Pieno di ritmo e di gag spassosamente cattive: gli attentati alla testimone oculare che finiscono sempre per colpire i cagnolini, Cleese appeso nudo a testa in giù da Kline, i pesci dell'acquario del balbuziente Palin mangiati da Kline...humour scorretto servito in confezione impeccabile. »

« E' il remake di un film anni 60 di Chabrol ("Stephane una moglie infedele"): vien da chiedersi come abbiano potuto, da un così buon punto di partenza, giungere ad un simile risultato! Gere imbarazzatissimo in un ruolo di maritino cornuto, la povera Lane affronta con scioltezza le scene erotiche più squallide mai viste in un film non soft-core :l'avranno candidata all'Oscar per questo? (e comunque è meglio un qualunque Tinto Brass! Oppure il buon remake di Lolita, sempre opera di Lyne). La svolta poliziesca con riconciliazione finale poi è assurda e copre il filmaccio pure di ridicolo....assolutamente da evitare!
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« Si dice che tra il 1970 e il 1975 sia stata prodotta la migliore musica rock di sempre: questo film lo dimostra, e in più consente di riscoprire il talento di Ken Russell, un regista (oggi ingiustamente dimenticato) dal tocco barocco (per usare un eufemismo) che con le sue trovate visive sgargianti, eccessive, quasi isteriche, ha anticipato quelle intuizioni sul rapporto musica-immagine proprie dei futuri videoclip. Ma il risultato ha il respiro del grande cinema, energico come il rock dei Who (molto bravo Daltrey nel ruolo del protagonista sordomuto), folle come Elton John (indimenticabile) che suona il piano-flipper su stivali alti due metri, lisergico come la Acid Queen di Tina Turner ma spirituale come il santone Eric Clapton: tre ospiti di lusso in un cast dove primeggiano il grande Oliver Reed, in uno dei molti suoi ruoli negativi, e la bella Ann-Margret. »