Tutte le recensioni di G.Silvia

« La nuova frontiera dell'animazione satirica, che da un po' imperversa con Simpson, South Park co, consiste nell'ironica crudeltà del mostrare animaletti carini e teneri che, nei modi più disparati, vengono trucidati e fatti a pezzettini. Inizio e finale costanti ma incredibile la fantasia degli autori nel congegnare le modalità della tragica fine degli animaletti. Prodotto che ovviamente è sconsigliato ai bambini... »

« Rispetto alla versione Mediaset, l'adattamento è più fedele, il doppiaggio migliore ed è possibile vedere le belle immagini delle sigle di apertura e chiusura. La serie, indirizzata un pubblico adolescenziale si riappropria dell'identità perduta nella versione televisiva italiana, nella quale si tentava di "venderla", al prezzo di brutali censure, a un pubblico infantile.
Nonostante alcune banalità della trama, la serie è carina e di ottima qualità. »

« "L'incantevole Creamy" è la versione animata di un fumetto, alquanto modesto, che grazie alla bravura di regista, animatori e sceneggiatori riesce a diventare una serie di alta qualità. Nonostante la serie sia indirizzata a un pubblico di bambine riesce a coinvolgere anche spettatrici di età maggiore grazie ai suoi risvolti sentimentali per nulla banali.
Dopo tanti anni, la serie mantiene intatto il suo valore e continua a riscuotere grandi apprezzamenti e può a pieno titolo essere definita un "cult" del genere. »

« Film dalla distribuzione sfortunata, "spacciato", senza troppi clamori, come "commedia alla Carrey", non soddisfa gli estimatori del genere e passa inosservato ai potenziali spettatori del genere "commedia che fa riflettere". Così come "Prova a prendermi" di Spielberg, il film racconta la storia vera di un uomo dalle mille risorse, un truffatore che nonostante la propensione a delinquere suscita simpatia e per cui non si può fare a meno di parteggiare. Il film pur non straordinario, è a mio parere abbastanza riuscito sia per l'intreccio ben fatto, che per la bravura degli attori protagonisti, due personaggi famosi e riconoscibili che sullo schermo risultano, nonostante tutto, una coppia credibile... Simpatico il titolo originale "I love you Philip Morris" che evoca scherzosamente una famosa marca di sigarette... »

« Dopo più di due decenni (!) finalmente anche nelle nostre sale è arrivato Totoro, lungometraggio simbolo dello studio Ghibli, che oggi ha dovuto confrontarsi con film d'animazione computerizzati e ipertecnologici. A mio parere, dal confronto ne esce totalmente vincente, sia dal punto di vista narrativo che grafico, con i suoi splendidi paesaggi e l'animazione fluida e perfetta (migliore di quella digitale) . La storia racconta le vicende di due sorelline appena trasferite con il papà in una casa immersa nel verde, che nella campagna circostante, scoprono un mondo fantastico popolato da strani personaggi che solo loro possono vedere. I loro nuovi amici le aiuteranno a risolvere alcuni problemi e ad affrontare la mancanza della mamma ricoverata in ospedale. La trama, a prima vista semplice, è tutt'altro che banale e si snoda attorno alla capacità tipica dell'infanzia di stupirsi di fronte alla natura e ai suoi misteri, elementi che gli adulti spesso non sono in grado di cogliere. Grazie alla loro straordinaria immaginazione i bambini sono in grado di mettere in campo risorse per affrontare anche le situazioni più difficili (tema che l'autore riprenderà anche nella "Città incantata") . Gli adulti non faranno fatica a ricordare quelle straordinarie emozioni tipiche dell'infanzia, ma mi chiedo se i bambini di oggi, circondati da troppi oggetti e assuefatti all'industria del consumo (che cerca di suscitare e indirizzare i loro desideri) e spesso privati del rapporto con la natura, riescano ancora a vivere queste esperienze. La facilità con cui si annoiano, nonostante l'accesso ai mondi virtuali, suggerisce che forse, nonostante l'abbondanza, hanno perso qualcosa di prezioso... »

« Dopo svariati anni dalla sua uscita, finalmente anche in Italia abbiamo potuto vedere questo bel film di Miyazaki, sicuramente non il più riuscito ma di ottima fattura come tutti i film dello studio Ghibli. Bellissimi i paesaggi, specialità del maestro, e interessante, per noi italiani, l'ambientazione nel nostro paese del quale vengono rappresentate splendide "cartoline". La trama apparentemente semplice, si avvale di innumerevoli scene d'azione con acrobatici scontri aerei e piccoli sipari comici, e lascia sullo sfondo le questioni più complesse, come la scelta politica del protagonista che non si schiererà mai con il regime e la sua devozione alla donna che ama alla quale non vuole dichiararsi. Tale scelta narrativa non è frutto di una riduzione involontaria, ma vuole lasciare allo spettatore, secondo il proprio grado di maturità, la possibilità di ricostruire le dinamiche affettive e psicologiche dei protagonisti. Condivido infine la scelta di un finale "aperto" che evita la banalizzazione di una storia, tutto sommato realistica, ma che si avvale dell'elemento magico come metafora per rappresentare la condizione del protagonista. »

« Asa, sogna di continuare la tradizione pastorale nomade della sua famiglia, una vita dura e difficile, che sempre più i suoi coetanei scelgono di abbandonare attratti dalla vita frenetica e accattivante della città. Per lasciare la famiglia e costituire il suo gregge, Asa necessita di una moglie ma non trova una ragazza disposta a sposarlo perchè ormai nessuna accetta questo tipo di vita...
La cosa che mi ha più colpita è che Asa, un ragazzo che ha viaggiato per poi ritornare a casa, vuole sì intraprendere una professione tradizionale, ma cerca un compromesso, sognando una sistemazione dotata di tutti i confort che la modernità può offrire: pannelli solari per avere energia elettrica e acqua calda, la pay-tv ecc.. il messaggio globale non lascia indifferente neppure chi decide di non conformarsi ai modelli di vita occidentali e industrializzati... »

« Una delle opere da noi più famose di Kim Ki-Duk, in parte evocativa e interessante, ma nel complesso, ho trovato l'effetto eccessivamente straniante e con troppi passaggi inspiegabili che scivolano pericolosamente verso la comicità involontaria. »

« Le stagioni dell'anno rappresentano il ciclo della vita, tutto finisce per poi rinnovarsi e ricominciare da capo il suo cammino verso il declino.
Attraverso questo film, l'autore propone una riflessione sul senso della vita e sulla natura dell'uomo, senza giudizi di valore nè una morale preconfezionata. Pochissimi dialoghi e lunghe scene di vita quotidiana. »

« Film difficile e poco distribuito, racconta l'incontro tra le solitudini di due individui, entrambi ai margini della società.
La loro disabilità viene vista dagli altri come un impedimento al loro diritto ad avere una vita di coppia come tutti, il loro sentimento non viene riconosciuto a causa di radicati pregiudizi. Il tema è quanto mai spinoso, e sarebbe giusto interrogarsi sul diritto, ai disabili spesso negato, di avere una vita sentimentale. »