Tutte le recensioni di C.Annalisa

« Viaggio in una dimensione a metà tra la vita e la morte. L'idea è originale ma sviluppata in maniera complessa e non omogenea, le premesse presenti nella prima parte non decollano nella seconda. »

« Divertentissimo film per la famiglia, e non solo. I personaggi di varie epoche storiche di notte prendono vita creando lo scompiglio in museo. Ben Stiller al massimo. »

« Geniale pellicola firmata da Tornatore, poco famosa ma precursore di un genere. Tutto ruota attorno ad un interrogatorio che si svolge nella stanza, umida e grigia, di un commissariato. Grande potenza della storia e dei dialoghi. Perfetti Polanski e Depardieu. »

« Il film a confronto con le oltre seicento pagine del libro appare contraddistinto da un ritmo molto più veloce. Per esigenze comprensibili vengono trascurati molti dettagli e purtroppo non trasmette la stessa suspence che si ha leggendo il libro. I personaggi però sono ben trasposti e Noomi Rapace nelle vesti di Lisbeth è quasi perfetta. »

« Il blu è il primo colore della bandiera francese cui il regista dedica questo primo capitolo della sua trilogia, ma anche il colore che domina la fotografia di questo film. E’ il colore della malinconia che alberga nel cuore di Julie, la protagonista, che allontana ogni ricordo e si ritira in se stessa per superare il dolore della perdita di due persone care. E’ il colore della piscina in cui lei si tuffa sperando di annegare il suo dolore. La chiave di lettura va ricercata forse nel significato simbolico legato a questo colore: la libertà. E’ forse la libertà di tornare ad amare come citato alla fine nell’ Inno all’amore di San Paolo? “Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi l’amore, sono come un bronzo che risuona…”. »

« Kiriku affascina bambini ed adulti per la sua semplicità, per l’originalità dei disegni, per la trama che si sviluppa in uno scenario colorato accompagnato dalle allegre musiche di Youssou N’Dour. »

« Il viaggio di Christopher McCandless verso le terre estreme nasce dalla voglia di rottura con la sua la famiglia, con la società, con il sistema. E’ la dimensione del viaggio associata alla riscoperta del nostro più profondo io, liberato dalle sovrastrutture create dal gruppo nel quale ci muoviamo e al quale dobbiamo sempre relazionarci, alla voglia di misurarci con noi stessi, con le nostre capacità che muove Cristopher alla ricerca della sua felicità ma che lo porterà, troppo tardi, al raggiungimento di una sua consapevolezza molto diversa da quella immaginata. Meravigliosi i paesaggi e la colonna sonora, intensa la storia, doloroso il finale. “Society, hope you’re not lonely without me” (Eddie Vedder, ost). »

« Intenso cammino verso sud di un padre e un figlio in uno scenario post-apocalittico. Cosa rimane all’essere umano in circostanze del genere? Si sopravvive per solo istinto o grazie alla speranza? Il senso di angoscia pervade il film, gli scenari sono desolanti e grigi, le note della colonna sonora toccanti (temi principali suonati al pianoforte, violino e violoncello e firmati da Nick Cave e Warren Ellis). Ne emerge il forte legame padre-figlio, fatto di tenerezza, protezione e complicità che si scontra però con la durezza della realtà che, come in un rito di iniziazione, implicherà un tragico passaggio all’età adulta.
»

« Questo film non vuole essere solo la biografia di Frida Khalo ma è soprattutto una storia d’amore, quella che la lega profondamente e disperatamente al grande pittore Diego Rivera. La sua arte, indissolubilmente legata alla sua vita segnata dalle molte sofferenze si nutre anche della sua forza, del suo anticonformismo e della sua spiccata personalità, rendendola ancora oggi un’ icona della cultura messicana. Proprio quest’ultima si respira grazie ai colori, ai costumi e soprattutto alla colonna sonora, splendida, per la quale, assieme al make up, il film ha ottenuto due premi oscar. Da notare il cameo della grande cantante messicana Chavela Vargas, nella realtà amica e amante della grande pittrice, nei panni della “Llorona”. Nonostante non sia stato apprezzato dalla critica, Frida è un film originale ed emozionante che ha come sola pecca quella di aver voluto citare troppi personaggi importanti rischiando di non approfondirli adeguatamente (Picasso, Trotsky, Tina Modotti...).
»

« La giusta distanza è quella che lo sguardo di un giovane giornalista dovrebbe mantenere nel descrivere i fatti che osserva. Se troppo distaccato esso può condurre al pregiudizio, se ravvicinato ad un eccessivo coinvolgimento. Solo la giusta distanza permetterà dunque di chiarire la vicenda che coinvolge Maria e Hassan, due giovani che vivono in un piccolo paesino del nord-est e che si trovano a vivere una storia d’amore dai risvolti inattesi. »