Tutte le recensioni di G.Andrea

« Con Opera, Dario Argento comincia, come diciamo noi in Toscana, “a dare nel bischero”. Bella l’idea di fondo, il maniaco che tormenta la figlia dell’ex amante costringendola a guardare le sue imprese scellerate. Bellissima la realizzazione tecnica, come al solito, con la magnifica carrellata iniziale, ed altre a seguire. Belli gli omicidi, super sanguinari. Cominciano i problemi con gli attori, che poi esploderanno quando Argento comincerà ad utilizzare regolarmente la sua sciagurata figlia. Coralina Cataldi Tassoni è assolutamente insopportabile, quando la ammazzano a metà film si tira un respiro di sollievo. La scelta di Urbano Barberini per interpretare la parte di un uomo che dovrebbe avere cinquanta o sessant’anni è un miscasting che grida vendetta al cielo. Anche la polemica del regista di film horror che non sarebbe in grado di dirigere un’opera lirica, che attraversa tutto il film, è francamente stucchevole. Da vedere nonostante tutto. »

« Dopo Inferno, Argento torna al primo amore, il giallo, stavolta particolarmente complicato in quanto gli assassini sono addirittura due, uno dei quali muore a metà del film. Film che, a dispetto del titolo, si svolge in ambienti assolati, pieni di luce, vedasi l’assassinio di John Saxon in pieno sole all’aperto. Le tenebre, con un giochino un po’ scontato, sono ovviamente quelle della mente.In effetti, Argento non ci fa mancare niente, dagli omicidi particolarmente efferati, alle ossessioni sessuali, feticistiche. E’ l’ultimo grande film di Argento prima che iniziasse la parabola discendente, strepitoso dal punto di vista tecnico (vedi la super citata sequenza con la Louma della casa delle lesbiche). Da notare la presenza dell’ineffabile Veronica Lario, in una delle sue ultime apparizioni, prima che, come dice Daria Nicolodi in un documentario, “sposasse quel tanghero di Berlusconi”. La scena in cui viene macellata alla fine del film è una delle più censurate, mai vista nei passaggi televisivi. Da vedere assolutamente. »

« Perché Dario Argento non è più il Dario Argento di una volta? Domanda sciocca, ed è sciocco aspettarsi che un regista faccia sempre lo stesso film, capolavori come Suspiria o Inferno sono irripetibili (vedi il risultato miserevole de La terza madre, indegno completamento della Trilogia delle Madri). Però da un professionista con decenni di esperienza ci si aspetta quanto meno che alcuni difetti, che si ripetono sempre uguali da un film all’altro, vengano eliminati. Ad esempio, le inverosimiglianze troppo palesi (come fa un ragazzino a sopraffare un adulto?), alcuni dialoghi improponibili (“scimmiottino mio”), gli attori incapaci (vedi la prostituta, il parcheggiatore, il protagonista che è un pezzo di legno). Che cosa si salva? Come al solito, alcuni pezzi di bravura tecnica: la scena iniziale, con l’omicidio sul treno in corsa, è veramente strepitosa. Qualcuno si è lamentato, perché la protagonista non era Asia Argento. Dio ce ne scampi: questo è l’ultimo motivo per dare due stelle invece di una. Bella la colonna sonora dei redivivi Goblin. Solo per appassionati di Argento. »

« E’ un vero peccato che Seinfeld non abbia avuto alcun successo in Italia. Purtroppo, noi siamo pronti ad importare dagli USA qualunque reality show, qualunque telefilm o film scemo e qualunque altro programma per cerebrolesi, ma una volta tanto che c’è qualche cosa di buono, quello no, non attacca. Una possibile spiegazione è che Seinfeld è fatto apposta per i Newyorchesi, e molte delle battute, allusioni, situazioni sono praticamente intraducibili o comunque non comprensibili agli Europei, ed agli Italiani in particolare, che sono i più provinciali di tutti. Eppure i personaggi sono strepitosi, le batture fulminanti, e la mancanza totale di qualsiasi pur minima “politically correctness” fa di questa sitcom un gioiello raro. Da vedere assolutamente, possibilmente in lingua originale (aiutatevi con i sottotitoli). »

« Com’è carino e divertente questo film! Le avventure di una moderna Cinderella, alla ricerca del successo nella Grande Mela, successo che, ovviamente, arriva, dopo un viatico di piccole/grandi vicissitudini. La Dragon Lady Meryl Streep, veramente perfetta nel suo ruolo, e poi neanche così cattiva, visto che alla fine concede una recensione positiva alla neo pupilla che l’ha abbandonata. Le scene si susseguono una più riuscita dell’altra: basti pensare all’arrivo di Miranda in redazione all’inizio del film. Il film è talmente accattivante che gli si perdonano anche le inverosimiglianze più indifendibili (figuratevi voi se una segretaria qualunque può mettere le mani sul manoscritto di Harry Potter prima che venga pubblicato…). Colonna sonora strepitosa, in totale sintonia con la storia. Metteteci anche Manhattan, e il quadro è completo. Di gran lunga superiore alle sgallettate insopportabili di Sex & the City. Dura due ore, ma sembrano cinque minuti. Da vedere. »

« Suspiria è il punto più alto raggiunto da Dario Argento nel corso della sua carriera. E’ un film strepitoso, gotico, unico, irripetibile. Tutto è bello e tutto è magnificamente riuscito in questo film: la storia, originale e genuinamente spaventosa, il ritmo, che non da tregua, gli attori, che una volta tanto non sono le solite schiappe (e ringraziamo Iddio che Asia aveva soltanto due anni, per cui non ha potuto farla recitare), la fotografia, mai visto niente di simile prima di allora, la tecnica della regia, i movimenti di macchina. Già l’inizio, con l’arrivo di Susi all’aeroporto, i dettagli delle porte scorrevoli, dell’acqua nei tombini, ci fanno capire che questo film è speciale. Gli assassinii, così violenti, così brutali, fantasiosi, e poi una tensione continua, spasmodica, non si riesce mai a rilassarsi, a tirare il fiato. La colonna sonora fantasmagorica dei Goblin completa il tutto. Uno spartiacque del cinema di genere, visto a distanza di quasi quarant’anni non è invecchiato di un giorno. Proprio da questo si capisce che è un capolavoro. Da vedere e rivedere assolutamente. »

« Ho rivisto recentemente alcuni dei primi film di Dario Argento, la trilogia delle bestie, Suspiria, Inferno, e mi sembra impossibile che un regista che ha sfornato simili perle abbia girato un film come La terza madre. Intendiamoci, anche quei film avevano parecchi difetti, primi fra tutti le inverosimiglianze della sceneggiatura; eppure, sarà stata la novità (era la prima volta che si vedevano film così cattivi e violenti), l’originalità della trama, la tecnica strepitosa, fatto sta che gli si perdonava tutto. Adesso, però, dopo trent’anni in cui questi difetti, invece di essere eliminati, aumentano costantemente da un film all’altro, non riesco più a trovare una giustificazione per il maestro Argento. Gli attori sono tremendi, Asia andrebbe quanto meno doppiata per renderla sopportabile, i dialoghi sono improponibili (“vammi a prendere il dizionario di aramaico e quello miceneo”, ah ah ah), le situazioni che dovrebbero essere drammatiche sono sviluppate con sciatteria (l’arrivo delle streghe a Roma dovrebbe essere spaventoso o inquietante? Con quelle sgallettate che fanno le boccacce?). Originale l’idea di far annunciare l’arrivo delle forze del male dalla scimmia; belli anche gli effetti speciali artigianali, che usano vere frattaglie, invece degli stramaledetti effetti computerizzati; qualche carrellata, qualche movimento di macchina che fa ricordare l’Argento del tempo che fu. Solo per questo due stelle invece di una. For die hard argentiani only. »

« Finalmente un film a cui dare il massimo: cinque stelle. Niente di meno si merita questa ultima fatica di Peter Jackson, dimentico delle sciocchezze anellari e ritornato ad essere, almeno un po’, quello delle origini, di Heavenly Creatures, per intenderci: le sequenze oniriche di Susie che impazza nella sua personale “terra di mezzo” mi hanno fatto ricordare le fantasie canterine di quel lontano film. Tornando ad Amabili Resti, il film è commovente senza essere melenso (non siamo dalle parti di Ghost), ed avvincente, malgrado si sappia fin dall’inizio dove si vada a parare. Ma non è tanto quel che si dice, ma come Jackson lo dice, con delicatezza, con fantasia soprattutto, una fantasia sfrenata che pervade tutto il film, a tenere incollati allo schermo. Gli interpreti sono tutti strepitosi: la sconosciuta (per me) Saoirse Ronan è perfetta nel suo ruolo, Susan Sarandon è, beh, è Susan Sarandon, perfino un torsolo come Marc Whalberg riesce a convincere, per non parlare di Stanley Tucci, che, con una recitazione tutta sotto tono, ci regala uno dei maniaci più repellenti che si siano mai visti. Tutti bravissimi. Anche la scelta della colonna sonora è azzeccata: la scena di Susie che si aggira nel suo mondo favoloso con il sottofondo dei Cocteau Twins vale da sola la visione del film. Da vedere assolutamente. »

« Mi è capitato di vedere questo film per caso, durante un viaggio aereo, e mi dispiace dirlo, ma è uno dei film più noiosi che mi sia capitato di vedere ultimamente. Mi si obbietterà che è un film per adolescenti e quindi io, avendo ormai la veneranda età di 44 anni, non sono in grado di apprezzarlo nel modo dovuto. Questo forse è vero in parte, ma non del tutto: ad esempio, il primo Harry Potter mi è piaciuto molto, è un film divertente, pieno di invenzioni, di brio, ben costruito, con una solida sceneggiatura. New Moon dura più di due ore e sembra che non finiscano mai. La maggior parte del tempo vediamo Bella che è occupata ad essere depressa perché il suo vampiro se n’è andato, poi è depressa perché compie diciotto anni (figuriamoci), poi è depressa perché anche Jacob la vuole mollare, e così’ via. Poi ci sono i tentennamenti incrociati di Bella che ama il vampiro, però è attratta anche dagli addominali di Jacob, che la ama però deve mollarla perché si è trasformato in lupo, però non vuole mollarla perché è geloso di Edward, che vorrebbe stare con Bella ma non può perché la metterebbe in pericolo, ecc. ecc. Praticamente per tutto il film assistiamo ai dolori di questi novelli Werther, in un continuo “ti amo ma non posso”, e non succede mai niente. Il siparietto con i cosiddetti Volturi non mi sembra che serva a risollevare le sorti del film, sembra una caricatura di “Intervista col vampiro”, che già non era un gran che. Che cosa si salva? Non saprei, qualche effetto speciale, forse, ma veramente troppo poco per giustificare il successo planetario di questi film. Vietato ai maggiori di diciotto anni. »