« "Ho visto cose che voi umani non potreste neanche immaginarvi..." è l'incipit di una delle frasi più influenti del cinema moderno. Blade Runner rappresenta lo spartiacque tra il cinema che fu e il cinema che sarebbe venuto dopo.
Le varie versioni successive che si discostano dall'originale non aggiungono quasi niente al prototipo iniziale.
Pietra miliare. »

« Questa piccola perla cinematografica è riuscita a passare inosservata ai più. Il viaggio che intraprende il protagonista attraverso i ricordi (l'astrazione che diventa concretezza)e i campi assolati dell'Ucraina, alla ricerca della storia dei suoi nonni, attraversa un mix di emozione e commedia che non era facile coniugare.
Elijah Wood riesce quasi incredibilmente a smettere i panni dell'Hobbit, coadiuvato dalla fortissima e divertentissima interpretazione di Eugene Hutz, leader dei Gogol Bordello, che curano anche gran parte della fantastica colonna sonora.
Imperdibile e illuminante. »

« Trasposizione poco degna delle pagine memorabili di Isaac Asimov. Si perde tutto il senso del libro, per lasciare spazio all'azione e a un Will Smith versione eroe tutto muscoli e poca inventiva.
Un'occasione sprecata.
»

« Questo film del regista coreano Kim Ki Duk rappresenta la quintessenza del cinema orientale, dove le immagini contano più delle parole. I dialoghi si contano sulle dita della mano, mentre i tempi dilatati non pesano sullo scorrere del film.
Una delle storie d'amore più incredibili e anticonvenzionali del cinema moderno. »

« Sean Penn mostra un grande talento come regista (talento non sempre espresso come attore) in questo che si presenta come un road movie ma soprattutto come un romanzo di formazione che ci invita a riflettere sul materialismo della nostra vita e sulle relazioni e connivenze sociali che ci accompagnano, sullo sfondo di queste terre selvagge (che spaziano in tutto lo stato americano,dai canyon dell'arizona ai campi di frumento del nordest, fino al finale maestoso in Alaska).
Memorabile la colonna sonora di Eddie Vedder, leader dei Pearl Jam. »

« Una degna trasposizione del capolavoro del compianto Douglas Adams (che compare con il suo faccione nello spazio). A parte alcune (naturali) licenze cinematografiche, il film riesce a portare sullo schermo l'ironia e la genialità dello scrittore inglese.
Pollice in su! »

« Un film con troppi buchi di sceneggiatura per convincere e che non si salva nonostante il tema abusato della claustrofobia.
Thriller adolescenziale che mi sento di non consigliare. »