Tutte le recensioni di S.Tommaso

« L'ultimo film prodotto dalla Disney con animazione "classica" (nè in computer graphic nè in stop motion) è una bella sorpresa e un vero incanto. Nella storia della ragazza di colore (prima importante novità) che da cameriera aspira a diventare proprietaria di un ristorante (seconda novità: sono finiti i tempi in cui la sola aspirazione di una fanciulla era quella di sposarsi e "sistemarsi" con un bel principe) possiamo ritrovare aspetti classici e al tempo stessi moderni. La Disney riesce così a rinnovare con intelligenza quella gloriosa tradizione che ha fatto la fortuna della Casa di Michey Mouse. Anche perchè non mancano tanti momenti divertenti e commoventi. Da non perdere. »

« Il cerchio, o della prigionia. È questa l'idea che sta alla base dell'ottimo film di Jafar Panahi (vincitore del Leone d'oro alla 57 Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia). Ed è il cerchio a definire anche la struttura della pellicola, un cerchio e una prigione alla quale sono condannate le donne nel Paese degli ayatollah. Il film segue le vicende di diversi personaggi femminili, tutti accomunati dalla stessa condanna, imposta da una società dove imperano il più ottuso maschilismo e la più vieta intolleranza. Dopo aver diretto altre opere importanti, la voce di Panahi è attualmente condannata al silenzio: al regista - dopo la sua partecipazione al movimento popolare di protesta contro il regime - sono stati inflitti sei anni di carcere e venti di interdizione dall'attività cinematografica, per crimini contro la sicurezza nazionale e propaganda contro la Repubblica Islamica. L'auspicio è che egli possa presto spezzare quel cerchio nel quale è stato chiuso. »

« Che dire ancora di questo capolavoro? Cosa ricordare? La magnifica regia di Allen, lo splendido bianco e nero di Gordon Willis, l'indimenticabile colonna sonora di Gershwin, la presenza - oltre a quella dell'attore-regista - di Diane Keaton, Meryl Streep, Mariel Hemingway, la "lista delle cose per cui vale la pena vivere"... Manhattan è un'accorata, emozionante sinfonia dedicata alla sua città da un Woody Allen in stato di grazia. »

« Il film scandalo per eccellenza, quello che una censura ottusa fino all'icredibile ha condannato al rogo, salvandone solo una copia per la cineteca (con il divieto a proiettarla) . Lo stesso Bertolucci fu condannato alla perdita dei diritti civili per cinque anni. E cosa veramente dà fastidio in questa bellissimo e straziante storia di sesso e amore tra due sconosciuti? I generosi nudi di Maria Schneider? La sua giovane età ripetto al maturo Marlon Brando? O è solo la famosa scena del burro? Di quest'ultima probabilmente sono, più che l'atto in se, le parole che l'accompagnano a intimorire i censori: parole più che eloquenti che condannano senza appello le istituzioni borghesi e familiari. Un film che è invecchiato bene. »

« La ricostruzione della vita di Leonard Zelig, l'uomo camaleonte, è un'irresistibile pellicola che mescola abilmente linguaggi eterogenei, che alterna con efficacia momenti comici e tristi, che si presta a letture e interpretzioni diverse (l'uomo-massa che può portare al fascismo, l'uomo-fenomeno idolo dei media che da questi viene prima usto e poi buttato via...). Chi non avesse mai visto questo geniale mockumentary - cioè un falso documentario presentato come reale - dovrebbe subito rimediare. Ma anche chi l'avesse già visto non potrà che riguardare con grande piacere questa che è una delle vette del cinema di Woody Allen. »

« Il film dell'esordiente, almeno nella regia, Gianni Di Gregorio è piacevole e ben fatto (anche se forse un pò sopravvalutato) , un bel ritratto di varia umanità, nella quale trova posto la descrizione di limiti e debolezze umani, anche banali. Il suo grande merito è quello di aver fatto di un gruppo di persone anziane, descritte nella loro quotidianità, i protagonisti di un film, cosa che non accade certo di frequente. »

« "Nessuna verità" si inserisce nel filone di quei film che narrano nei tempi canonici di una pellicola cinematografica un quadro politico a dir poco complesso, che investe Usa, Medio Oriente, Europa e si occupa di terrorismo e guerra, di fanatici religiosi e laidi agenti della Cia, nel tentativo di dare un quadro completo e nello stesso tempo avvincente (pur sempre di spettacolo si tratta) degli eventi raccontati.
Il film riesce ad essere abbastanza convincente nei ritratti individuali (gli agenti di Crowe e Di Caprio e il capo dei Servizi segreti giordani, ma anche il leader dei terroristi) ma il tutto sa di già visto. Certo i momenti amozionanti non mancano, ma il film del discontinuo Scott non dice nulla di particolarmente nuovo e incisivo sulla questione della presenza americana in Medio Oriente. »

« Film necessario prima che bello. E' vero, il precedente "Bowling a Colombine" aveva una resa cinematografica migliore, ma non credo che questo lavoro di Moore vada sottovalutato. Certo, il regista è decisamente di parte, ma quando si sceglie un soggetto di questo tipo non si può che essere totalmente schierati. E poi non va sottovalutato il modo in cui Moore riesce ad affrontare problemi diversi (certo, sempre da un'ottica anti-Bush) : la guerra, i suoi legami con la politica e l'economia, l'Iraq ma anche e soprattutto l'America, quella che va in guerra non certo spinta da furori ideologici ma dalle sue misere condizioni economiche. Da vedere. »

« Il film di Jonathan Demme - remake di "Và e uccidi", pellicola del 1962 diretta da John Frankenheimerè - è un feroce apologo contro la politica malata di potere. Bravissimi gli attori, con una luciferina Meryl Streep. Da brivido i tocchi horror. »

« Il film, oltremodo deludente, ci presenta una serie di personaggi e situazioni senza riuscire in nessun modo a dare credibilità a quasi nessuno di essi: sembrano che siano stati messi lì a caso, e non avere nessuno una qualche ragione di essere. Chiesa non riesce a restituire il clima di quegli anni, la lotta politica, l'esperienza di Radio Alice. Allo stesso modo insufficienti, poi, sono le prove degli attori. »