Tutte le recensioni di B.Alessandra

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Guida galattica per autostoppistiGuida galattica per autostoppisti
Regia di Garth Jennings - Videosystem
  • € 7.25
5Un classico della fantascienza made in UK, 11-03-2016
« Ho adorato il libro da cui è tratto questo film, che ho visto diverse volte, ma è sempre un piacere farsi due risate con il genio di Douglas Adams messo su schermo ed è un titolo che non poteva mancare nella mia collezione di dvd. Humour tipicamente britannico in una storia tendente al nonsene tutto in salsa sci-fi: che cosa si può chiedere di più? Martin Freeman nei panni di Arthur Dent poi è la ciliegina sulla torta, davvero una visione divertentissima consigliata a tutti! »
Pirati dei Caraibi. Oltre i confini del marePirati dei Caraibi. Oltre i confini del mare
Regia di Rob Marshall - Walt Disney Studios Home Entertainment
  • € 8.50
3Non il massimo..., 25-08-2011
« Nonostante il film si presenti come un buon prodotto complessivamente, e certamente sarà stato apprezzato da parecchi, personalmente non posso dirmi pienamente soddisfatta dal risultato. Per quanto mi riguarda la trilogia dei Pirati dei Caraibi poteva essersi tranquillamente conclusa con il capitolo "Ai confini del mondo", in cui un finale inaspettato, che strappa anche una lacrimuccia, dava sì l'idea di lasciare aperto uno spiraglio per una nuova storia (vediamo già la mappa che conduce alla fonte della giovinezza, che sarà al centro delle scorribande di questo sequel) ma trovo che il desiderio smanioso di aprire una nuova saga abbia finito col rendere questo film inferiore rispetto ai precedenti sotto diversi punti di vista. Nonostante personalmente non ami moltissimo Keira Knightley ammetto di aver apprezzato molto più lei nei panni di una piratessa rispetto al personaggio femminile di questa nuova pellicola, Penelope Cruz. Ho trovato poi abbastanza scontata la trama e molto scialbi i dialoghi, con in più scene che avrei tagliato di netto perché non aggiungono niente di essenziale all'evolversi della trama (mi viene in mente una su tutte quella in cui Jack non sa decidersi a saltare giù da una rupe) ma sembrano scritte apposta per "allungare il brodo" e dare immenso spazio a quel Capitan Jack Sparrow che ci ha tutti incantati grazie alla brillante interpretazione di Johnny Depp e alla strabiliante caratterizzazione che ha saputo dare a questo personaggio. Jack Sparrow ha sempre avuto lati alquanto comici nella sua personalità, nel suo modo di esprimersi e nella gestualità, ma qui devo dire che la prima impressione che ho avuto è stato di un riprendere le "vecchie glorie" e rimetterle in pista così come le conosciamo, esaltandone cioè i lati che più degli altri avevano solleticato l'immaginario collettivo senza aggiungere nient'altro. Insomma, l'idea totale che mi è stata trasmessa da questo film è stato un collage di cose già viste condite per bene da varie scene d'azione (le fughe, gli inseguimenti rocamboleschi, i duelli ecc. Sicuramente ben fatte, buoni effetti speciali, ma tutto questo va a scapito del resto: sembra essere stato fatto un lavoro meticoloso sulla parte avventurosa della pellicola tralasciando poi il contorno, che infatti alla fine dimostra debolezza e finisce col penalizzare il risultato finale nella sua totalità) .
Questa ovviamente solo un'opinione personale, data però da una persona che si era molto appassionata alla storia di Jack, della Perla Nera e di tutta la ciurma, ai loro piani complicati e agli imbrogli per ottenere ognuno il proprio tornaconto, e che è rimasta in parte delusa dall'attesissimo ritorno sul grande schermo, che tanto prometteva, del suo pirata preferito. »
Arancia meccanica (Edizione Speciale)Arancia meccanica (Edizione Speciale)
Regia di Stanley Kubrick - Warner Home Video
  • € 6.28
    € 6.90
    Risparmi € 0.62 (9%)
4Capolavoro di Kubrick, 20-08-2011
« Tratto dal romanzo di Anthony Burgess, quello che viene comunemente definito il capolavoro di Stanley Kubrick è senz'altro una pietra miliare del cinema del Novecento, uno di quei film che entrano a far parte della cultura popolare e la riempiono di immagini e citazioni. Arancia Meccanica si presenta come un pugno nello stomaco alla morale e al perbenismo con il suo mostrare crudamente il divertimento provato da un gruppo di ragazzi nel praticare la loro amata ultraviolenza in maniera gratuita sugli altri: pestaggi, violenze sessuali, infine un'accusa di omicidio e il giovane Alex finisce in prigione, poi a fare la cavia all'interno di un programma di "riabilitazione". Qui la violenza passa su un altro piano, quello psicologico, più sottile ma senz'altro altrettanto efficace e pericolosa.
Sicuramente ci sono scene che possono impressionare, altre che possono disgustare, ad ogni modo non si può liquidare Arancia Meccanica come "un film violento non adatto ai meno sensibili" perché, al di là di una storia forte sotto diversi punti di vista, quella di Kubrick è un'analisi (anche molto attuale) della società in cui viviamo ma non con l'intento, spesso erroneamente affibbiato alla sua opera, di esaltarne la violenza, l'uso della donna come oggetto ecc, bensì di condannare tutto ciò, ma con un tocco kubrickiano: tutto questo ci viene presentato nelle sue manifestazioni più estreme, per colpire lo spettatore nel profondo.
Questo film può essere letto su molti livelli (molti saggi sono stati dedicati proprio alle diverse letture di ciascun piano in cui è possibile suddividerlo): gli ambienti in cui si sviluppa l'azione, le suggestioni date da particolari visivi e quel giocare con i contrasti attraverso le musiche e i colori, la purezza contraffatta e resa perversione e degenerazione. Non si può riassumere tutto di Arancia Meccanica in poche righe: va visto e poi discusso, trovando sempre nuove basi su cui sviluppare diverse argomentazioni. »
One Last DanceOne Last Dance
Regia di Lisa Niemi - Eagle Pictures
  • € 9.99
4Un film diverso dagli altri di questo genere..., 20-08-2011
« Qui i protagonisti non sono i soliti ragazzi talentuosi in cerca di successo ma ballerini già affermati che, dopo 7 anni di stop, vengono richiamati dalla loro vecchia compagnia per realizzare uno spettacolo in memoria di Alex, il direttore artistico della compagnia appena scomparso. Travis (Patrick Swayze) , Chrissa (Lisa Niemi) e Max (George De La Pena) tornano per dare il loro contributo, reinterpretando la coreografia che Alex aveva creato per loro ma che, per diversi problemi, non era mai stata messa in scena. I tre avevano infatti abbandonato la danza per motivi diversi e, dopo un'iniziale titubanza (che scopriremo man mano essere legata in particolare al risentimento da parte loro nei confronti di Alex) , decidono di rimettersi al lavoro, per darsi quest'ultima possibilità di riscatto.
Durante le prove, com'è immaginabile, risorgeranno risentimenti e problemi irrisolti, tutto concorrerà a mettere a rischio la messa in scena finale: l'egocentrismo di Travis, divorato dal dubbio di come la sua carriera avrebbe potuto decollare se non avesse smesso quando era all'apice della sua forma; la problematica Chrissa, che nutre ricordi dolorosi del periodo di lavoro con Alex e soffre per aver dovuto tradire se stessa e le sue ambizioni iniziali come ballerina per andare incontro a ciò che la compagnia pretendeva da lei; Max che da iniziale motivatore si rivelerà il più insicuro dei tre, convinto di non essere all'altezza del compito e forse di non esserlo mai stato, di non essere in grado di realizzare niente di davvero grande con la sua passione per il ballo.
Ma tutti i dolori e i dissapori dovranno essere accantonati per poter riscoprire il loro dono, per poter mettere di nuovo il cuore in quello che fanno e tornare a ballare come e meglio dei loro tempi migliori.
Una storia appassionante attorno a cui ruotano messe in scena meravigliose, con ballerini davvero capaci e coreografie meravigliose. Un'occasione per rivedere Patrick Swayze tornare al suo elemento originario, in uno dei suoi film forse meno conosciuti e uno degli ultimi in cui lo vediamo ballare (se non si conta il suo cameo, l'anno successivo, in "Dirty Dancing 2"). Diretto e interpretato con lui anche da sua moglie, stupenda da sola ma semplicemente da lasciare senza fiato nelle scene insieme: un feeling così naturale nei passi a due da catturare lo spettatore, regalando emozioni palpabili. Da non perdere. »
Il Sole a mezzanotteIl Sole a mezzanotte
Regia di Taylor Hackford - Universal Pictures
  • € 11.35
5buona trama, coreografie stupende e...Baryshnikov!, 16-10-2010, ritenuta utile da 1 utente su 1
« Dopo un preludio mozzafiato, in cui vediamo la messa in scena di “Le jeune homme et la mort” con un Baryshnikov (Nikolaj, nel film) intenso e combattuto, dai movimenti perfetti e calibrati, nella sua interpretazione dell’uomo che lotta contro se stesso e il suo istinto che lo spinge al suicidio (colpisce come sempre la grazia equilibrata alla forza della sua danza, che lascia senza fiato anche dopo averlo rivisto esibirsi per decine di volte), assistiamo al guasto dell’aereo che sta trasportando il ballerino a Tokyo e all’atterraggio di fortuna in una base militare sovietica. Scopriamo, dal suo orrore alla notizia, che egli è un ex-cittadino russo, con precedenti penali nel suo Paese che l’hanno costretto a fuggire negli Stati Uniti, dove si è costruito un notevole successo nel mondo della danza. Chiaramente il ritorno in patria lo mette in pericolo e le autorità sovietiche, riconosciutolo, decidono di trattenerlo. Verrà affidato a Raymond Greenwood (Hines) e a sua moglie Darja (Isabella Rossellini), che avranno il compito di “rieducarlo” e spingerlo ad accettare di tornare a danzare nel e PER il suo Paese. Ray è un ballerino di tip-tap afroamericano, con visioni diametralmente opposte a quelle di Nikolaj sulla vita negli USA e su quell’American dream che il secondo tanto acclama e auspica a recuperare. Dopo un iniziale scontro ideologico, i due finiscono per provare analoghi risentimenti nei confronti del clima repressivo sovietico, e si impegneranno insieme a portare avanti una messa in scena che faccia da copertura al loro reale piano di fuga, attraverso un contatto all’ambasciata americana a San Pietroburgo (al secolo Leningrado). Proprio qui, in questa meravigliosa città di cui il film ci mostra scorci suggestivi (tra i quali l’esterno del mitico teatro Mariinskij, ex Kirov), si svolge gran parte dell’azione centrale, le prove di danza del ballerino classico, “affidato” a Ray per recuperare la piena forma prima del tanto atteso inizio della stagione teatrale. I due protagonisti ci offrono sensazionali esibizioni di tip-tap (eccezionale Hines nei suoi assoli, assolutamente fantastici insieme nel duetto), ma anche prove di abilità fuori dal comune (come non menzionare le 11 pirouettes di Baryshnikov?!). Quasi straziante il rapporto di Nikolaj con il teatro Kirov: un posto a cui sa di appartenere ma che non potrà mai essere casa sua, eloquente verso la fine il suo non riuscire a ballare con l’anima su quel palco in cui la danza non è vita ma solo un ulteriore strumento per esercitare un controllo repressivo sulla popolazione, eloquenti le sue lacrime prima di scappare, quando lancia un ultimo sguardo a quello che si sta lasciando dietro per poi spegnere definitivamente le luci della platea e andare avanti…semplicemente da pelle d'oca sulle note di “Fastidious Horses" di Vysotsky, in cui come il cantante vuole urlare le sue emozioni senza costrizioni imposte dall’esterno, e lo fa con i suoi movimenti decisi e intrisi di ribellione, rompendo i canoni con il balletto classico in maniera così forte tanto più perché fatto in quello che può considerarsi il tempio sacro della Danza (quella con la D maiuscola).
br /E poi, a fine film, il sole che finalmente cala anche sulla terra delle notti bianche, regalandoci un’atmosfera più cupa…e un finale del tutto inaspettato.
br /Un film che ricordo sempre con immenso piacere ed emozione, con coreografie tra le più significative che il cinema di genere ci abbia mai offerto, interpreti eccellenti e con la giusta dose di tensione e intrigo politico per renderlo un film coinvolgente agli occhi del grande pubblico, ma assolutamente imperdibile per gli amanti della sesta arte! »
Due vite, una svoltaDue vite, una svolta
Regia di Herbert Ross - Warner Home Video
  • € 9.99
5per intenditori! :), 05-09-2010
« Un film che tutti gli amanti del balletto non possono non apprezzare: con un giovanissimo Mikhail Baryshnikov (neanche trentenne) nel suo primo ruolo cinematografico, gran parte della compagnia dell'American Ballet Theatre e numerosi brani dei più celebri pezzi di repertorio (“Il lago dei cigni”, “Giselle”, “La bella addormentata” e “Don Chisciotte”, solo per citarne alcuni), interpretati in maniera sublime dal corpo di ballo e dai solisti. Baryshnikov, all'epoca già primo ballerino dell'ABT, non ha un ruolo da protagonista ma si fa notare eccome, già dalla bellissima scena con Leslie Browne (anche lei ballerina dell'ABT all'epoca) in un emozionante passo a due pieno di attrazione e passione tra i due. Le due protagoniste, Anne Bancroft (Emma) e Shirley MacLaine (Deedee), interpretano due amiche di vecchia data che frequentavano insieme la prestigiosa accademia di danza nella quale la prima fa ancora da punta di diamante, sebbene l'età cominci a forzarla ad appendere le scarpette al chiodo, ma che la seconda ha lasciato quando, rimasta incinta, ha deciso di porre la sua futura famiglia davanti ad una possibile carriera come ballerina. Rincontratesi dopo anni, ognuna troverà nell'altra qualcosa che le manca (la prima rimpiange di non avere altro che la motivi ad alzarsi la mattina se non le sue esibizioni e teme il momento, sempre più vicino, di abbandonare le scene; la seconda si chiede sempre più spesso se avrebbe potuto avere il radioso futuro dell'amica se non avesse messo su famiglia) e presto riaffioreranno molti rancori. Ma alla fine Emma dovrà rassegnarsi a passare da stella del palcoscenico a insegnante dietro le quinte, mentre Deedee vedrà con immenso piacere tutti i suoi sogni realizzarsi nel talento della figlia Emilia (Leslie Browne, appunto), che entrerà nella ex-compagnia della madre facendosi subito notare ed ottenendo presto ruoli di grande spessore.
Per gli appassionati del balletto classico è inevitabile riconoscere immediatamente musiche e coreografie storiche, concentrandosi sulla perfezione di ogni singolo movimento degli interpreti: uno Yuri/Baryshnikov impeccabile del virile assolo de “Le corsaire”; una meravigliosa Browne nell'impegnativo ruolo di Quitri (la vedremo verso il finale esibirsi nel grand pas de deux del “Don Chisciotte” proprio con Yuri, nei lunghi rélevé su una sola punta e nei 32 fouettés finali) e, più astratta e sofisticata, nella coreografia inedita “Ellingtonia”; il corpo di ballo dell'ABT dalle linee perfette e con una simmetria delle posizioni sul palco e una sincronia della gestualità che quasi eguagliano la straordinaria precisione dei balletti russi.
Una storia di nostalgia mista alle grandi speranze per il futuro della compagnia guidata dalle "nuove generazioni" di ballerini, intermezzata da frammenti di esibizioni meravigliose, messe in scena perfette, sui passi che grandi coreografi come Petipa, Ivanov e Balanchine hanno regalato alla storia. Meraviglioso, emozionante e soprattutto carico di quel fascino che solo il mondo del balletto può regalare, anche se visto attraverso uno schermo anziché dalla platea di un teatro. »
AvatarAvatar
Regia di James Cameron - Warner Home Video
  • € 11.99
3ottimi effetti speciali ma trama scontata, 04-09-2010
« Non posso far altro che aggregarmi al coro di quelli che definiscono Avatar un film forse rivoluzionario dal punto di vista della grafica, primo in assoluto a portare nelle sale cinematografiche la nuova tecnologia del 3D, ma alquanto scontato se si guarda solo alla storia in sè. L'intreccio e i dialoghi, in effetti, sono decisamente prevedibili, così come il finale si riesce a intuire già qualche decina di minuti prima. Rivediamo il tema della civilizzazione forzata di un popolo all'apparenza "primitiva" (più volte sfruttato a Hollywood, solo stavolta ambientato in un altro pianeta: la popolazione da conquistare sono i pacifici abitanti di Pandora e i terrestri fanno la parte degli egoisti e avidi conquistatori). Ammetto di aver trovato troppo insistente il desiderio di "redenzione" espresso da questa come da molte altre pellicole simili per trama: quasi un cercare, attraverso il coragioso protagonista che si schiera a favore della popolazione autoctona, di cancellare il passato di conquistatori e sterminatori e, in qualche modo, di redimersi dalle colpe di cui i primi coloni alla conquista della frontiera si sono macchiati.
Niente da dire sugli effetti speciali: certamente il 3D è solo agli inizi e credo possa ancora ambire ad un ampio margine di miglioramento, ma qui ci sono particolari, come le pietre che schizzano dalla terra quando i personaggi corrono o gli insetti che sembrano svolazzarti davanti alla faccia, che da soli rendono la scena così realistica da sentirti, per quelle 3 ore, completamente immerso nella natura incontaminata di Pandora. Ad aggiungersi a queste ambientazioni favolose intervengono anche le accurate presentazioni di animali e piante che vivono sul pianeta, spiegazioni delle tradizioni dei Na'vi e del loro culto religioso: tutto questo va a sommarsi per dare ancora più veridicità a un mondo meraviglioso, ricco di colori e che aiuta a riscoprire le bellezze di una natura che spesso l'uomo tende a fare nemica anzichè alleata. Tutto su Pandora è diverso ma in qualche modo richiama un suo corrispettivo terrestre.
Ma purtroppo, come anticipato all'inizio, al di là dell'innegabile merito che va al regista per l'opera colossale realizzata, per l'aver perseguito uno scopo così nobile come il richiamare l'attenzione su argomenti attuali come l'ecosistema globale a rischio o passati come l'oppressione di una popolazione che si percepisce come più debole, non posso dire che della trama in sè ci siano stati numerosi momenti che mi hanno lasciata un ricordo marcato per la loro profondità.
E' però, nel complesso, una visione piacevole e, nonostante la durata, non pesante da seguire. »
Chicago (Edizione Speciale 2 dvd)Chicago (Edizione Speciale 2 dvd)
Regia di Rob Marshall - Walt Disney Studios Home Entertainment
  • € 12.49
4"ready 2 B dazzled?", 25-08-2010
« Come recitava una delle locandine londinesi che pubblicizzavano il musical a teatro: "pronti per essere ABBAGLIATI?" (verbo che rimanda anche alla “razzle-dazzle” di una delle canzoni della colonna sonora)... Perchè Chicago è questo: un turbinio di musiche, danze, vestiti di scena e atmosfere che richiamano i ruggenti Twenties a intermezzare la trama. L'intreccio ruota attorno all'ambiziosa Roxie, pronta a tutto per raggiungere il successo, che si ritroverà presto in manette per l'assassinio di un uomo che, approfittando della sua ingenuità, l'aveva illusa di poterle dare la fama che sognava. In prigione incontrerà il suo idolo, Velma Kelly (accusata di duplice omicidio), con la quale nascerà un'aspra rivalità.
La colonna sonora, composta da brani cantati e ballati dai protagonisti (standing ovation per il Cell Block Tango e per tutte le interpreti di questo pezzo!) è coinvolgente e facilmente orecchiabile.
L'intero film si sviluppa su due piani: quello della realtà e quello, parallelo, delle fantasie di Roxie, ispirate a ciò che le accade intorno ma distorte in versione show, creando spesso quell'effetto esilarante proprio della pellicola (come nella scena della protagonista che si sente "manovrata" come una marionetta dal suo avvocato o come...devo ricordare che c'è Richard Gere che balla il tip-tap? Tra l'altro lui non è neanche uno dei miei attori preferiti, tutt'altro! Però in questo film sono riuscita a sopportare perfino lui! Semplicemente grandiose, invece, Zellweger e Zeta-Jones!!) e in altri momenti alleggerendone la tensione (ad esempio durante la scena dell'esecuzione). Questi salti improvvisi dal grigio presente alla colorata e frizzante immaginazione di Roxie sono quello che tiene maggiormente viva l'attenzione e rende questo spettacolare musical una visione non impegnativa piacevole, scorrevole e divertente anche per i non amanti del genere. »
Il ritmo del successoIl ritmo del successo
Regia di Nicholas Hytner - Sony Pictures Home Entertainment
  • € 7.99
4per gli amanti del genere, un film da scoprire!, 25-08-2010, ritenuta utile da 2 utenti su 2
« Film molto meno conosciuto rispetto a molti altri sempre incentrati su vicende di ballerini allievi in una prestigiosa accademia di danza (in questo caso l'American Ballet), ma a mio parere altrettanto meritevole! Come altre pellicole dello stesso genere il film tende a focalizzarsi su ansie, paranoie, successi e insuccessi, gioie e dolori di un gruppo di aspiranti ballerini dell'American Ballet Company: la trama segue un intero anno nella scuola, dall'ingresso tramite severe audizioni allo spettacolo finale, nel quale le migliori accademie del Paese sceglieranno le loro nuove "reclute". Assistiamo alle prime difficoltà della protagonista Jodie (che a dispetto dell'enorme passione per la danza dovrà affrontare i pregiudizi dei suoi insegnanti, concentrati solo sui difetti del suo fisico), all'indisposizione volontaria di Maureen, la migliore allieva della scuola (inizialmente ossessionata solo dal suo peso e concentrata solo sulle lezioni, incapace di avere una vita lontana dalla sbarra, fino a capire che forse, nonostante le sue doti, non è la danza la strada per la sua felicità), alla ribelle Eva -la stessa Zoë Saldaña di "Avatar"- talentuosa ma dal carattere impossibile e spesso in conflitto con gli insegnanti... Il desiderio comune di dare il massimo e dimostrare a se stessi di valere, a volte accompagnato da una voglia contraria di evadere da quella rigidità propria dell'accademia (vedremo la protagonista partecipare a una lezione di danza moderna in un’altra scuola, durante la quale scocca finalmente la scintilla con quel Cooper Nielson, coreografo e ballerino di fama internazionale, con il quale si instaurerà una storia).
Dal punto di vista tecnico niente da reclamare: viene dato abbastanza spazio alla parte pratica, thumbs up per tutte le coreografie. La scelta dei brani della colonna sonora è a mio parere ottima e, sebbene il finale sia alquanto scontato, vale la pena gustarsi questo film anche solo per le singole esibizioni: quelle su celebri pezzi di repertorio classico quanto quelle originali, in cui si ammira un'eccellente mescolanza di generi e una verve più modern. Infatti, voto 10 al saggio finale! »
Twin Peaks. I segreti di Twin Peaks (10 Dvd)Twin Peaks. I segreti di Twin Peaks (10 Dvd)
Universal Pictures
  • € 79.90
5un prodotto rivoluzionario firmato David Lynch, 24-08-2010
« Basterebbe dire che Twin Peaks è una serie partorita dalla mente geniale e visionaria di David Lynch per capire gran parte del suo fascino, si potrebbe ricordare che è stata la prima del suo genere, che ha catalizzato l'attenzione di migliaia di spettatori in tutto il mondo all'inizio degli anni '90 (e continua ad affascinare anche a vent'anni dalla sua creazione) con i misteri legati alla fittizia cittadina di provincia da cui prende il nome, in cui l'omicidio di Laura Palmer funge solo da causa scatenante di una fitta rete di altri piccoli e grandi misteri fino ad allora sepolti nei boschi circostanti. Un mistero che, andando avanti con gli episodi, prende sempre più una piega soprannaturale. Vedere Twin Peaks oggi potrebbe significare soffermarsi sulle tecniche di ripresa e montaggio decisamente "démodé" (stiamo pur sempre parlando di 20 anni fa!), ma se si riflette più attentamente sulla trama, sul personaggio ambiguo di Laura Palmer che continua a rendere irrequieti molti dei suoi concittadini anche dopo la sua scomparsa, sul geniale e a tratti bizzarro agente speciale dell'FBI chiamato a condurre le indagini affiancandosi alla polizia locale (un Kyle MacLachlan impeccabile nei panni dell'ormai leggendario e stracitato Dale Cooper), anche solo osservando con occhio attento le location non si può non riconoscere a questo prodotto numerosi meriti: l'essere capostipite delle serie oggi note come Sci-Fiction in primis; il posizionare Twin Peaks tra montagne (simboli di confinazione ma anche invito alla scoperta dell’ignoto dall’altra parte) e in mezzo a boschi dall’aspetto tutt’altro che rassicurante, anche in pieno giorno, infestati di quei gufi che “are not what they seem”; l'aver giocato sulla fascinazione che temi come la frontiera (l'essere una cittadina di confine tra USA e Canada ma anche di comunicazione tra il nostro mondo e un mondo “altro”, ultraterreno) e la dualità (tra bene e male, rappresentato dalla Loggia Bianca e la Loggia Nera, i soggetti fisicamente opposti delle visioni di Cooper -un nano e un gigante- per non parlare dei doppelgänger che appaiono nell'ultimo episodio a dare corpo alle ansie e ai timori del protagonista) suscitano nell'audience statunitense, e non solo.
Purtroppo non si può non riconoscere che la rivelazione dell'assassino di Laura Palmer ha cancellato gran parte dell'interesse nel pubblico, ed è proprio in quella puntata che si potrebbe individuare il “salto dello squalo”, una linea di demarcazione all'interno della seconda serie da cui poi gli ascolti hanno cominciato a calare, fino a portare il network produttore alla cancellazione della serie...un vero peccato considerando l'uscita col botto a cui assistiamo negli ultimi minuti dell'episodio finale!
Nel complesso una serie che vale la pena vedere, da ritenersi senza ombra di dubbio una pietra miliare della serialità televisiva e quindi consigliata anche ai non appassionati del genere. »
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