Nessuna pietà per Ulzana

    Nessuna pietà per Ulzana

    Regia di Robert Aldrich

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    • € 9.99
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    Dettagli del prodotto

    • Ean: 5050582031225
    • Supporto: Dvd
    • Produttore: Universal Pictures
    • Genere: Western
    • Regia: Robert Aldrich
    • Lingue: Italiano, Inglese, Francese, Tedesco, Spagnolo
    • Colori: Colori
    • Anno di produzione: 1972
    • Area: Area 2 (Europa/Giappone)
    • Durata: 103'
    • Vietato: 14 anni
    • Origine: Stati Uniti
    • Sottotitoli: Arabo, Danese, Ebraico, Finlandese, Francese, Greco, Inglese, Italiano, Norvegese, Portoghese, Russo, Spagnolo, Svedese, Tedesco, Turco
    • Formato Audio: Dolby Digital 1.0 - mono
    • Sistema: PAL
    • Nazione: Stati Uniti

    Contenuto

    Nuovo Messico 1870. Dieci Apache, guidati dal feroce Ulzana, fuggono dalla loro riserva per compiere orribili atti di terrorismo. Una pattuglia di cavalleria americana deve fermare Ulzana, anche a costo della vita dei suoi uomini.

    Voto medio del prodotto:  4 (4 di 5 su 1 recensione)

    4 L’Arizona come Vietnam

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    Nel 1972 Robert Aldrich (1918 – 1983) trova modo di esprimere il suo punto di vista liberal sul coinvolgimento Usa nella guerra del Vietnam con Nessuna pietà per Ulzana (ma è molto meglio il titolo originale Ulzana's Raid). Naturalmente è solo uno degli aspetti del film, che è soprattutto un eccellente western militare, diretto benissimo da uno dei grandi di Hollywood. La vicenda si ispira a fatti realmente accaduti. Nel 1885 Ulzana, capo degli apache Chiricahua, fugge con una decina di seguaci dalla riserva in cui è stato costretto, non sopportando i maltrattamenti delle autorità preposte. Sulle sue tracce si mette un distaccamento di cavalleria assistito da un vecchio scout (un canuto e, al solito, bravissimo Burt Lancaster, qui anche coproduttore). La banda di fuggitivi si lascia dietro un ascia di sangue, indulgendo anche in orribili torture (un modo per riacquistare l’energia vitale consumata dalla cattività, verrà detto) che fanno inorridire il giovane tenente a capo del reparto. In colloquio chiederà allo scout se non odia gli apache. No, gli risponde la guida. Sarebbe inutile, come odiare il deserto: è la loro natura. La missione prosegue tra agguati e scontri in campo aperto. Alla fine Ulzana sarà ucciso, ma a costo di gravi perdite. All’epoca risultò evidente la similitudine col Vietnam: gli apache conoscono perfettamente il territorio che difendono con pieno diritto, essendo la loro patria. Sono i bianchi, gli intrusi, e non possono che trovarsi a mal partito. A chiarire ulteriormente la situazione, valgono le dichiarazioni di Ke-Ni-Tay, l’apache che collabora con la cavalleria. Lo fa per motivi suoi, ma ammira Ulzana e il suo modo di ragionare resta incomprensibile al tenente. Vale la pena di notare che il vero Ulzana fece davvero una scorreria in quell’anno. Ma nessuno lo prese. In seguitò trattò la resa e campò sino a morire, nel 1909, quasi novantenne in una riserva in Oklahoma.

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