The Killer (Edizione Speciale)

CAPOLAVORO, da ammirare e rivedere.

06-09-2010 | di

Il mio film preferito (almeno tra i drammatici): l'elogio dell'amiizia e dell'onore rimandano a Melville (parte come un remake di Frank Costello Faccia D'Angelo con Alain Delon), Peckinpah (le sparatorie al rallentatore), Scorsese (il senso di colpa del criminale), Leone (c'è pure l'armonica di C'era una Volta il West), Mann (il rapporto tra sbirro e delinquente è esplorato meglio che in Heat: La Sfida) e altri. Ma al tempo stesso Woo sfoggia il suo stile fiammeggiante (gente che spara con due pistole, incontri ravvicinati in cui sue o più personaggi si puntano l'arma a vicenda) e vanamente imitato da tutto l’action occidentale anni ’90 (Tarantino, Rodriguez, Besso, i Wachowski bros).
Ma diverso è anche il modo d’intendere la violenza: per l’occidentale è uno sfogo di rabbia autodistruttiva, per il luterano Woo è un sacrificio necessario per ricostruire i valori perduti e raggiungere la redenzione (la sparatoria in Chiesa con le colombe, simbolo del sacrificio pasquale, parlano chiaro).
Un concentrato di adrenalina che tocca il cuore meglio di tanti melodrammoni intellettuali, impegnati o d’autore.