« Nell'episodio-gioiellino "Qualcuno che vegli su di me" ci viene deliziato l'udito da un'inaspettata versione canora di Sette di Nove! Una vera sorpresa per chi era abituato ad ascoltare la versione solo parlata, solitamente un po' sgradevole, di Jery Ryan!
E in "Frontiera Oscura Parte I" assistiamo alla prima apparizione di Susanna Thomson nella parte della Regina Borg in VOY, che tornerà anche in diversi episodi futuri; per quanto brava, ahimè, non è tanto seducente e sinistra quanto lo era stata Alice Kriege nel film "Star Trek: Primo Contatto". »

« Chi pensava che Jery Ryan fosse solo la bellona di turno messa lì per titillare maschi assatanati di sesso se ha un po' di cervello si deve ricredere perché l'attrice grazie a sceneggiature scritte sapientemente per il suo personaggio ha saputo dimostrare di avere talento da vendere, e di essere apprezzabile per ben altro che non il suo aspetto fisico! »

« Dopo l'episodio di apertura ("Sopravvivenza Seconda Parte"), diciamo finalmente addio ai Kazon, e questo già è positivo. Ma le due chicche di questa stagione sono l'ilare personaggio di Giuseppina Pentangeli nell'episodio "Lo sciame" che va assolutamente ascoltata in lingua originale per poter apprezzare il suo misto di italiano e di inglese, e la Q donna interpretata da una sempre conturbante Suzie Plakson nell'episodio "Questioni di Q-ore". »

« Grazie alla gravidanza di Seska, VOY per un certo periodo assunse delle connotazioni da soap opera, cosa che non mi dispiacque affatto visto che sono da sempre amante del genere; tuttavia, gli intrecci che la coinvolgevano riguardavano anche i Kazon e questo ahimè! Un tasto più che dolente quando si parla di qualità degli episodi. »

« Una delle peggiori creazioni dell'universo di ST, i Kazon appaiono fin troppo spesso come avversari in questa seconda stagione, abbassando la qualità della stagione stessa nel suo complesso.
E non aiutano neppure i vidiiani con la loro fagia, malattia che se da un lato può suscitare sentimenti simpatetici dall'altro ti dà il voltastomaco per come viene visivamente rappresentata. »

« A parte una gran bella sigla che, anche a distanza di anni, non mi stanco mai di ascoltare, VOY promette bene: non solo si viene a trovare in un altro angolo della galassia (il che, a dirla tutta, non è che fosse poi così positivo visto che necessariamente impediva l'uso di figure familiari di richiamo), ancora tutto da esplorare, ma è anche costituita da un equipaggio misto (ufficiali della Flotta Stellare e Maquis) che aveva il potenziale di mostrare grandi interazioni tra i personaggi (alcuni alquanto stereotipati, purtroppo), seppur andando contro il diktat di Roddenberry secondo il quale non doveva esservi alcun conflitto tra i protagonisti primari. »