Tutte le recensioni di R.Michele

« L'unica cosa veramente spiazzante alla fine è l'epilogo, ma questo non va inteso troppo in senso positivo, visto che lascia lo spettatore con diverse questioni irrisolte e non si presenta molto appagante.
Bel film nel complesso. »

« Oltre poi ad essere un ottimo thriller di attori, il film è la quintessenza del cinema come illusione, che funziona esattamente come un gioco di prestigio ben architettato: prima solletica l'attenzione, poi travolge e cattura con la sua splendida storia, e poi stupisce e lascia a bocca aperta in un ottimo finale, che, pur giungendo in parte previsto dallo spettatore, che è a conoscenza dei molti elementi svelati gradualmente nel corso della storia, non manca di far pensare e di stupire. »

« Questo film mostra la tossicodipendenza solo in parte, concentrandosi con più accuratezza sulla fase della dipendenza, presa come condizione universalizzata e destrutturante dell'individuo, dimostrandosi piacevolmente molto attento a non calpestare mai la linea retorico-moralista, pur avendo molta carne al fuoco. In sintesi non si può che definirlo un intenso inno funebre alla condizione umana, costruita su un presente instabile ed un futuro quasi dal tutto inesistente. »

« Bellissimo film che vi terrà col fiato sospeso per alcune scene e vi farà letteralmente rimanere incollati allo schermo. Film molto consigliato. »

« Un'opera che con le sue svariate storie, fatte di soldati innamorati, colonnelli ambiziosi e capitani coscienziosi, incastonate in una peculiare struttura narrativa, composta da concitate azioni militari inframezzate da profonde riflessioni (per la maggior parte voice off) , ci consegna un vivissimo e sfumato ritratto di una pagina di storia, capace di emozionare e far pensare lo spettatore, e che ribadisce con grande forza tutta la aberrazione che si cela negli scontri armati ("la guerra non nobilita l'uomo, gli avvelena l'anima") . Un ritratto dove non trova posto la retorica, bensì la poesia, che nasce in egual maniera dalla bellezza dei paesaggi naturali che fanno da teatro alle vicende, sia dai visi impauriti e straziati dei militari di entrambi le fazioni. »

« Il messaggio lanciato contro le molestie sessuali poi, sulla cui sensatezza nessuno può obiettare, ha un po' un gusto retrò poiché situazioni così pesanti e generalizzate come quelle narrate, almeno nel nostro paese, sono oramai parte del passato. Comunque tutto ciò non è poi così importante quando una pellicola, di buone due ore, vola via coinvolgendo e facendoci anche commuovere. »

« Un prodotto di ottimo livello che sa maneggiare un soggetto non "facile", solo nella forma non è particolarmente accattivante, difatti la regia è piuttosto convenzionale e la narrazione pare troppo incentrata sulle due brave protagoniste, scelta che rende un po' piatti i personaggi e le vicende secondarie. »

« Alla fine la pellicola si lascia guardare e tutto scorre senza troppi intoppi, anche grazie a Timothy Oliphant e Radha Mitchell, sempre bravi nel tenere alta la tensione. Il finale in degno stile Romero è poi all'altezza di un'opera che non cambierà voi e nemmeno il mondo del cinema, ma rimane sicuramente un interessante spettacolo. »

« La storia coinvolge fin da subito come poche volte capita di vedere, ma la cosa più sorprendente è che con il passare dei minuti non cala mai di tono, facendosi anzi sempre più avvincente. Certo alcuni passaggi della sceneggiatura possono apparire artificiosi, ma non sono vacui poiché conducono i personaggi, soprattutto i due protagonisti, lo sfortunato Juan ed il malavitoso Malamadre, davanti a scelte sempre più complesse ed interessanti, che contribuiscono alla costruzione di due solidi ritratti psicologici. »

« La pellicola è abbastanza lontana dal definirsi un vero e proprio blockbuster, poiché le sequenze d'azione sono limitate ed il ritmo è piuttosto riflessivo. Il regista difatti si sofferma spesso sui vari protagonisti, cercando attraverso un loro sguardo o gesto, piuttosto che dialoghi, di esplicare le dinamiche che li interessano. Dinamiche legate soprattutto alle complicazioni che possono derivare quando si lavora per sconfiggere la criminalità, in primis il pericolo che si arreca alle persone amate. Alla fine ne esce un'opera ruvida ed efficace, abbastanza coinvolgente. »