Tutte le recensioni di R.Marta

« A distanza di quasi 40 anni il film "Lo Squalo" rimane un capolavoro come pochi. Dopo averlo visto e rivisto sappiamo e ricordiamo tutto della pellicola: scene, dialoghi, protagonisti, intere sequenze. Ma continuiamo a rivederlo senza esserne mai paghi. Indimenticabile la colonna sonora e la suspense che crea, leit-motiv consacrato alla storia del cinema. »

« Forse un po' lento, ma totalmente in sintonia con il personaggio e la storia che racconta. La storia di John Dillinger è vera, come il suo personaggio, un gangster pericoloso amante delle belle donne e del baseball. Una storia avvincente, fortemente di genere, che, nonostante non riservi improvvisi colpi di scena, regala emozioni e adrenalina quanto basta. »

« Che noia! Storia già vista mille e mille volte in vecchi e più apprezzate pellicole. Un videogioco di due ore e passa che stupisce poco o meglio delude parecchio. Un'operazione commerciale e niente più. Peccato che il cinema sia altro. »

« Tim Burton ancora una volta ci meraviglia con la sua magia che ci incanta e ci strabilia ad ogni scena. Magnifici costumi e ambientazione, ma si sa, Tim Burton è unico nel suo genere, così poco convenzionale, ma così tanto sognatore. »

« Per chi è un appassionato del celebre orco, ma anche per chi non ne ha mai visto un solo episodio. Tutto riparte da capo, o meglio, ciò che si conosceva di Shrek e dei suoi amici è acqua passata. Shrek non è più quello di prima e, in un certo senso, questa sua nuova condizione sarà l'elemento scatenante di tutta la vicenda. Brillante, divertente e per niente scontato, insomma da vedere. »

« Indimenticabile Al Pacino nei panni del portoricano Carlito Brigante. Una storia di violenza e malavita, amore e sogni spezzati di un uomo che affronta il suo destino fino alla fine. Magistrale anche l'interpretazione di Sean Penn nei panni dell'avvocato arrivista David Kleinfeld. »

« Sogno, realtà, subconscio... Con questa pellicola il regista Christopher Nolan riesce magistralmente a raccontare i labirinti oscuri della mente umana. Attraverso la particolare abilità di Dom Cobb (Leonardo Di Caprio) , quella di penetrare nei sogni altrui e prelevarne i segreti più nascosti, Nolan ci conduce attraverso le dinamiche della psiche, sempre più giù, fino al livello più remoto, quello dell'oblio.

Detection, azione, melodramma, tre ingredienti che mescolati tra loro nel più ampio contesto onirico ci rendono incapaci di discernere dove finisca la realtà e dove inizi il sogno. Fino alla fine il dubbio rimane, come dice Cobb "I sogni sembrano reali fino a quando ci siamo dentro Solo quando ci svegliamo ci rendiamo conto che c'era qualcosa di strano! ", ma si può smettere di sognare e, cosa più importante, una volta che hai imparato a vivere dentro al tuo sogno, sarai in grado di rinunciarci? Forse non è così semplice e una volta dentro al sogno, in cui il tempo diventa relaltivo, in cui ricordi, sensi di colpa, desideri, paure si mescolano e si confondono all'infinito, intrappolandoti nella tua stessa mente, puoi solo sperare che quello che hai trovato sia il posto dove avresti voluto vivere, oppure puoi morire così che il sogno abbia fine. »

« Truman Capote va a seguire un caso di sordida cronaca nera per farne un servizio, forse un racconto, alla fine un romanzo. E cosa fa? Trasforma tutto lo spazio in un set perfetto dove egli stesso è regista e prim'attore. Poi, però, la seconda figura, l'essere cioè egli stesso un attore della propria storia, finisce per sfuggirgli lentamente e drammaticamente dalle mani. La storia prende possesso di lui, al punto da arrivare a non poter finire il suo romanzo, perché i fatti, quelli reali, non si sono ancora conclusi. Non riesce cioè a scrivere il finale, perché non sa ancora come finirà la storia reale.
Il libro è in anticipo sui fatti e lui è costretto ad aspettare. In questo senso, il pregio del film è inestimabile: esso mostra nitidamente questa dinamica perversa che porta la storia a prendere il sopravvento sul suo autore e sul libro, cristallizzazione definitiva del suo racconto. »

« Ognuno di noi ha uno zaino sullo spalle, uno zaino simbolico che possiamo riempire con quello che abbiamo di più caro: affetti, famiglia, amici, colleghi... Lo zaino diventa sempre più pesante, perchè le relazioni sono un peso, per tutti. Ryan Bingham ha deciso che senza quello zaino si vive meglio, più leggeri e invita chi lo ascolta a lasciarlo a terra proprio come ha fatto lui. Semplice. Ma che gusto c'è a viaggiare da soli? Una commedia leggera e a tratti esilarante dalla doppia interpretazione: superficiale se vogliamo soffermarci solo sul cinismo (a mio avviso tutto apparente) del protagonista oppure introspettiva se si vuole andare oltre l'apparenza e riflettere su ciò che in fondo in fondo la storia ci vuole dire: nella vita è meglio essere accompagnati da un copilota. »

« Incredibilmente realistico, il film riproduce fedelmente gli attimi che precedono il macabro delitto, mettendo a confronto, con l'aiuto della fotografia in bianco e nero, la parte buia dell'animo dei due spietati killer e quella luminosa della loro vita normale di piccoli truffatori. Un viaggio all'interno della grettezza dell'animo umano e della sua allucinazione criminale. »