Tutte le recensioni di R.Maurizio

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ZeligZelig
Regia di Woody Allen - Warner Home Video
  • € 9.99
3Zelig il camaleonte, 22-09-2011
« Simpatico finto documentario sulla vita di Leonard Zelig, un uomo incapace di assumere una propria identità per il timore di essere malgiudicato dagli altri. Sarà grazie all'amore per Mia Farrow che alla fine Zelig riuscirà ad ottenerne una. Evidente la critica al conformismo della società di massa, che trova la sua massima espressione nell'episodio in cui Zelig giunge nella Germania nazista di Hitler. Sicuramente non il miglior film di Woody Allen, ma forse il più originale ed il più curato nei dettagli. »
AccattoneAccattone
Regia di Pier Paolo Pasolini - Medusa Home Entertainment
  • € 19.90
5Il fascino per il vitalismo selvaggio, 21-09-2011
« Accattone è un giovane povero, criminale e immorale, che in altri contesti potrebbe sembrare odioso; ma Pasolini sembra invece affascinato da questo ragazzo. Proprio perché non è "borghese", non è stato, passatemi il termine, "istituzionalizzato" dalla società, egli è un puro, è il simbolo della vitalità umana che sta per essere repressa dal capitalismo consumistico. Una vitalità che è talmente prorompente che porterà all'autodistruzione: i ragazzi di vita di cui Accattone fa parte muoiono tutti giovanissimi, di morte violenta, a meno che non accettino l'imborghesimento, l'"istituzionalizzazzione". Cosa che Accattone stesso cerca di fare, quando tenta - inutilmente - di lavorare. Ma la morte lo attende anche in quell'occasione: bellissima a questo proposito la scena del sogno del suo stesso funerale, in cui si dice, si badi bene, che è morto Accattone, e non Vittorio. Perché Accattone rappresenta appunto l'aspetto animalesco, selvaggio, vitalistico, e quindi puro del protagonista, mentre Vittorio è colui che accetta gli schemi della società. Ma accettare tali schemi significherebbe morire comunque, sembra dirci la scena del sogno, non fisicamente, ma spiritualmente: è la parte selvaggia che verrà soppressa dalle forme della società, per dirla in termini pirandelliani. Per i ragazzi di vita non c'è quindi alternativa alla morte. Quasi una previsione di ciò che di lì a pochi anni sarebbe avvenuto, con l'imborghesimento - e la definita conformizzazzione - di tutte le classi sociali ad un unico modello di massa, e che Pasolini stesso avrebbe più volte recriminato nei suoi scritti. »
Cuore sacroCuore sacro
Regia di Ferzan Ozpetek - Medusa Home Entertainment
  • € 9.90
2Pesante e inefficace, 17-09-2011
« Premessa importante: non posso fare a meno di confessare di avere dei pregiudizi su ogni cosa che sia lontanamente accostabile con "cristianesimo" e rotti. Perciò riconosco di non poter evitare di bistrattare (nonostante opportune giustificazioni razionali che proverò ad elencare) questo film, infarcito fino alle interiora di religione.
Sono rimasto confuso alla fine del film: non sono riuscito a capire a pieno il messaggio che vuole dare Ozpetek. Non certo perché serva un'interpretazione del calibro dei film di Lynch, no di certo. Semplicemente i contenuti sono espressi male. Le tematiche di denuncia sociale sono timidamente accennate, in maniera grossolana e superficiale, senza andare a fondo al problema. Il tema della povertà è trattato come lo tratterebbe un bambino di 8 anni, nella sua stupida - e quindi innocente - ipocrisia: prendetevi cura dei poveri fino a fracassarvi la milza. Il concetto di carità viene rappresentato in maniera del tutto irrazionale, peggio di quello espresso sui libri di catechismo. A contornare il tutto, le pseudocristianeggianti scene della pietà michelangiolesca e della spoliazione di San Francesco, scene che rasentano il patetico a causa della stessa idea balorda che ha voluto paragonare una semipsicotica ex-imprenditrice (come viene oggettivamente rappresentata nel film) ad una sorta di santerella. Ma d'altra parte - opinione personalissima - un po' tutti i santi sono psicotici... Due stelle, perché da un punto di vista esclusivamente tecnico il film non è malaccio. »
L' uomo senza passatoL' uomo senza passato
Regia di Aki Kaurismaki - Rai Cinema - 01 Distribution
  • € 9.99
4L'uomo senza passato, 16-09-2011
« Una favola che richiama - seppur lontanamente - il Mattia Pascal di Pirandello, che trova l'occasione per annullare tutto il suo passato e ricominciare da zero. Solo che al protagonista de "L'uomo senza passato" la ricostruzione della sua vita porterà ad un buon esito. Il suo è un passato di pene e sofferenze; con il suo "incidente" - viene picchiato fino a perdere la memoria - perderà tutto ciò che aveva, ma inaspettatamente quel tutto (materiale) si rivelerà nulla (spirituale): e dal nulla (materiale) in cui si ritrova catapultato, scoprirà che invece può nascere il tutto (spirituale), cioè l'amore, l'amicizia, in una parola la felicità. Felicità che quindi nasce dalla semplicità e dagli affetti, sembra dirci il regista. Non è un caso infatti che saranno le persone semplici, quelle più povere che vivono nei container, a rivelarsi veramente umane, quasi come se la società "civile" fosse in realtà un calderone di depravazione morale. Interessante anche la regia, soprattutto per gli espliciti riferimenti - nei dialoghi privi di recitazione - al cinema di Bresson. Kaurismaki si conferma con questo film il Tom Waits del cinema. »
Basta che funzioniBasta che funzioni
Regia di Woody Allen - Medusa Home Entertainment
  • € 9.25
5Basta che funzioni, 15-09-2011
« Classico film Alleniano, in cui Boris, il protagonista, alter ego dello stesso Allen, sembra rappresentare la figura del superuomo nietzcheano che, resosi conti della vacuità di tutto, si isola dal mondo per poter affermare in maniera totale la propria essenza. Sarà il mondo a bussare alla porta di Boris, quasi come se fosse impossibile isolarsi da esso. E allora ecco la morale della favola: basta che funzioni. Inutile preoccuparsi del resto. Il film, in poche parole, è la sintesi di tutto il pensiero di Woody Allen, tra nichilismo, pessimismo, narcisismo e misantropia. E soprattutto tra quattro (amare) risate. »
C'eravamo tanto amatiC'eravamo tanto amati
Regia di Ettore Scola - Universal Pictures
  • € 7.99
5Commovente, 13-09-2011
« Un film che commuove: ineccepibile da un punto di vista tecnico, trama perfetta, colonna sonora meravigliosa, ma sono soprattutto le tematiche che colpiscono al cuore. Come non riconoscersi in uno dei tre personaggi - Antonio, il proletario, Nicola, l'intellettuale, Gianni, il borghese - che, inizialmente pieni di speranze, giungono infine in una disillusa vecchiaia, in cui "non sono stati loro a cambiare il mondo, ma il mondo a cambiare loro". D'altra parte sembra la vita non solo di tre ex-partigiani, ma di tutti noi, che da giovani lottiamo con tutte le nostre forze, spesso senza compromessi, rifiutando la vita facile - penso a Nicola - a poi arrivano a 50 anni che si vedono falliti. Oppure di chi accetta il sistema, diventandone parte, ma provandone vergogna ed infelicità. Chi è l'unico che giunge alla propria felicità? Il proletario, la gente semplice che rifiuta i compromessi, ma si accontenta anche del poco che riesce ad ottenere. Un film talmente ben fatto, che le due ore di film scivolano facilmente. Ma non senza farti provare qualche emozione. »
Seven (Blu-ray)Seven (Blu-ray)
Regia di David Fincher - CG Entertainment
  • € 14.99
5Uno dei migliori film degli ultimi vent'anni, 13-09-2011
« Non mi va di analizzare gli aspetti tecnici di questo film, la trama, la recitazione eccetera eccetera, visto che di ciò si è già detto tutto. Voglio concentrarmi sulle tematiche filosofiche che stanno dietro al film e che secondo me ne fanno un autentico capolavoro.
Il tema centrale è il dualismo tra razionalità ed emotività. La ragione, in tutta la sua purezza, è rappresentata da John Doe, il serial killer, mentre l'emotività è rappresentata dal detective Mills: istintivo, irascibile, innamorato della propria moglie, terribilmente umano. Ed è umano infatti peccare: chi di noi non ha almeno un difetto? Solo John Doe è esente da tutte queste emozioni: agisce per un volere divino, ed è perciò solo lo strumento di Dio, a lui non è concesso provare emozioni, peccare. Alla fine si rivelerà che anche lui avrà un briciolo di umanità: è lui l'invidioso, ma proprio per questo si autopunirà con il proprio omicidio-suicidio, come se la sua parte razionale (quella divina?) governasse inflessibile sulla sua parte (schizoidamente scissa) emotiva. Fincher sembra perciò volerci dire che l'uomo è cattivo (Somerset lo sa benissimo: da qui il suo cinismo), perchè pecca. Ma è proprio questo suo peccare che rende l'uomo uomo, altrimenti sarebbe soltanto una macchina, una personalità schizoide quale è John Doe. A qualcuno potrebbe venire in mente un parallelismo con Apocalypse Now: anche in quel caso il generale Kurz arriva alla follia perchè vuole portare a termine a tutti i costi il suo obiettivo, a costo della disumanità delle proprie azioni.
In altre parole, un film da vedere, in quanto non è per nulla il solito film banalotto su un serial killer qualunque. Forse il migliore del genere (de gustibus). »
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