« Il primo film colpisce sicuramente per l'originalità della trama e di alcuni personaggi ed elementi divenuti icone del cinema horror (la figura di Tall Man, le sfere volanti dotate di lame). gli effetti speciali appaiono un po'datati; del resto il film è del 1978 e per l'epoca erano più che accettabili.
Il secondo film, girato a distanza di dieci anni dall'originale è piuttosto buono e punta di più sugli effetti visivi supportati da una discreta sceneggiatura . L'unica pecca è che l'attore che interpretava Mike viene sostituito per esigenze di produzione apparentemente incomprensibili, per poi ricomparire,ormai adulto, nell'episodio successivo.
Il terzo film, del 1993, è purtroppo il più debole dal punto di vista della sceneggiatura e lascia pertanto un pò delusi.
Il cofanetto è completato da un DVD extra con quasi 3 ore di contenuti speciali molto interessanti.
Nel complesso si tratta di un buon prodotto.
Pare che il regista Coscarelli abbia girato nel '98 un quarto episodio, pressochè inedito in Italia e si parlasse addirittura di un quinto film della serie. »
« Un film divertentissimo! La trasposizione in chiave comica di "A Christmas Carol" di Charles Dickens.Bill Murray è straordinario ed è nel suo periodo migliore, a cavallo tra i due "Ghostbusters". Molto spassosa anche la performance del caratterista Bobcat Goldthwait, visto in "Scuola di polizia" nei panni di Zed. »
Wolfman, 29-07-2010, ritenuta utile da 2 utenti su 2
« Il film, ispirato al classico del 1941 della Universal Pictures, vanta un cast di tutto rispetto, così come la pellicola originale dove comparivano i grandi attori dell’epoca, Lon Chaney Jr nel ruolo del protagonista Talbot, Claude Rains nel ruolo del padre e Bela Lugosi in quello dello zingaro/licantropo.
Qui troviamo Benicio Del Toro che, nella parte di Lawrence Talbot, dimostra, dopo tanti ruoli secondari, di saper sostenere egregiamente un ruolo da protagonista; al suo fianco Anthony Hopkins(il padre, John Talbot) con la sua solita bravura nel caratterizzare personaggi forti ed ambigui e per questo inquietanti . L’attore Hugo Weaving(Matrix, V per Vendetta) interpreta invece un sospettoso quanto zelante ispettore di Scotland Yard, precedentemente impegnato nelle indagini su Jack lo squartatore, di cui, peraltro, nel film viene fatta menzione(siamo nell’Inghilterra del 1891, quindi circa tre anni dopo i delitti di Londra). Non può mancare la protagonista femminile il cui ruolo è affidato a Emily Blunt, la quale, nella parte della cognata di Lawrence, avrà un compito determinante nello svolgimento e soprattutto alla fine della storia .
Suggestiva l’ambientazione e ottima la ricostruzione dei costumi e dei luoghi dell’Inghilterra di fine ‘800; molto buoni gli effetti speciali che sembrano mischiare efficacemente grafica digitale a tecniche di trucco stile “vecchia scuola”(Il tecnico degli effetti è infatti Rick Baker, lo stesso di “Un Lupo Mannaro Americano a Londra”).
Oltre al film del ’41, ci sono numerosi riferimenti ad altre pellicole sul genere, primo fra tutti il già citato “Un Lupo Mannaro americano a Londra”, dove la brughiera inglese e la stessa Londra fanno da sfondo alle bestiali attività dell’uomo lupo; persino la scena della trasformazione nel manicomio e la fuga per le vie della città riportano immediatamente alla sequenza finale del “Lupo Mannaro” dove la fuga del mostro a Piccadilly Circus provoca una caotica serie di morti e di incidenti stradali.
Non può mancare una componente psicologica e una riflessione sulla natura umana , rappresentata dalla dualità di forze che convivono in ogni essere umano e se sia giusto o meno dare sfogo agli istinti bestiali piuttosto che tenerli repressi dentro di sé . Non ultimo il travagliato rapporto padre-figlio inteso come conflitto generazionale, dove, malgrado i tentativi e gli sforzi di appianare le reciproche divergenze, si arriva inevitabilmente ad uno scontro ( che emerge chiaramente nella lotta tra Lawrence e suo padre), in cui uno dei due è destinato a soccombere.
Un film che avrà sicuramente un crescente successo e, per gli amanti del genere, un “must” assolutamente imperdibile.
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Regia di Don Coscarelli - Stormovie
Il secondo film, girato a distanza di dieci anni dall'originale è piuttosto buono e punta di più sugli effetti visivi supportati da una discreta sceneggiatura . L'unica pecca è che l'attore che interpretava Mike viene sostituito per esigenze di produzione apparentemente incomprensibili, per poi ricomparire,ormai adulto, nell'episodio successivo.
Il terzo film, del 1993, è purtroppo il più debole dal punto di vista della sceneggiatura e lascia pertanto un pò delusi.
Il cofanetto è completato da un DVD extra con quasi 3 ore di contenuti speciali molto interessanti.
Nel complesso si tratta di un buon prodotto.
Pare che il regista Coscarelli abbia girato nel '98 un quarto episodio, pressochè inedito in Italia e si parlasse addirittura di un quinto film della serie. »
Regia di Richard Donner - Universal Pictures
Regia di Joe Johnston - Universal Pictures
Qui troviamo Benicio Del Toro che, nella parte di Lawrence Talbot, dimostra, dopo tanti ruoli secondari, di saper sostenere egregiamente un ruolo da protagonista; al suo fianco Anthony Hopkins(il padre, John Talbot) con la sua solita bravura nel caratterizzare personaggi forti ed ambigui e per questo inquietanti . L’attore Hugo Weaving(Matrix, V per Vendetta) interpreta invece un sospettoso quanto zelante ispettore di Scotland Yard, precedentemente impegnato nelle indagini su Jack lo squartatore, di cui, peraltro, nel film viene fatta menzione(siamo nell’Inghilterra del 1891, quindi circa tre anni dopo i delitti di Londra). Non può mancare la protagonista femminile il cui ruolo è affidato a Emily Blunt, la quale, nella parte della cognata di Lawrence, avrà un compito determinante nello svolgimento e soprattutto alla fine della storia .
Suggestiva l’ambientazione e ottima la ricostruzione dei costumi e dei luoghi dell’Inghilterra di fine ‘800; molto buoni gli effetti speciali che sembrano mischiare efficacemente grafica digitale a tecniche di trucco stile “vecchia scuola”(Il tecnico degli effetti è infatti Rick Baker, lo stesso di “Un Lupo Mannaro Americano a Londra”).
Oltre al film del ’41, ci sono numerosi riferimenti ad altre pellicole sul genere, primo fra tutti il già citato “Un Lupo Mannaro americano a Londra”, dove la brughiera inglese e la stessa Londra fanno da sfondo alle bestiali attività dell’uomo lupo; persino la scena della trasformazione nel manicomio e la fuga per le vie della città riportano immediatamente alla sequenza finale del “Lupo Mannaro” dove la fuga del mostro a Piccadilly Circus provoca una caotica serie di morti e di incidenti stradali.
Non può mancare una componente psicologica e una riflessione sulla natura umana , rappresentata dalla dualità di forze che convivono in ogni essere umano e se sia giusto o meno dare sfogo agli istinti bestiali piuttosto che tenerli repressi dentro di sé . Non ultimo il travagliato rapporto padre-figlio inteso come conflitto generazionale, dove, malgrado i tentativi e gli sforzi di appianare le reciproche divergenze, si arriva inevitabilmente ad uno scontro ( che emerge chiaramente nella lotta tra Lawrence e suo padre), in cui uno dei due è destinato a soccombere.
Un film che avrà sicuramente un crescente successo e, per gli amanti del genere, un “must” assolutamente imperdibile.
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