Tutte le recensioni di T.Ned

« Un film incredibile! Una generazione di minirobot si fingono buoni e, imitando l'essere umano, impietosisicono a dismisura gli ignari malcapitati che li accompagnano, e che a volte finiscono sbudellati da qualche loro rotella fuori posto. Chiunque li abbia programmati in quel modo, sembra aver sbagliato i calcoli... non s'accorgono neppure dei problemi che creano.
È un film di fantascienza, comunque l'unica soluzione per tale abominio è trovare dei numeri che sembrano metterli in difficoltà: "ma va'!", diranno i soliti a cui non piacciono i film d'azione e fantascienza, ma è comunque un ottimo film. »

« Questo è un film fantastico! Parla di un soldato, un cosiddetto "cecchino", le cui abilità sono messe in discussione tutte le volte a causa di intercettazioni, infrazioni varie, spesso per colpa di 'manipolazioni' e 'sparizioni' di prove eccetera dovute all'azione di qualche governicchio locale per cui ha eseguito gli addestramenti. Non c'è tempo per fornire ulteriori spiegazioni, dato che l'azione e il ritmo hanno il sopravvento. Il metodo descritto nel film per individuare cellule dirimpettaie è incredibiòe. Per alcune scene e versi, è decisamente un ottimo film. »

« Non è l'ultima pellicola del wayne però quasi, e così tra tutte abbiamo Chisum... Il mandriano alla ciociara, in verità una pellicola ormai spenta dall'età quasi dinosaurica dello zoppicante monolito, il faccione melanconico quasi surreale a vederlo sembra di regredire al nulla, questione di gusto, seppure inutile e banale ecco la trama: una banda di disperati in preda al delirio e sfacelo totale da far preoccupare seriamente un paese, cercano di compiere ciò che la loro "inesistenza" gli ha negato, e si danno al microcrimine, fortunatamente
rimbambiti lo sceriffo, riesce a tenerli a bada sperando nel migliore... The kid che sfuggì avendo capito e a vedere la loro assurda situazione.., così così, non si toglieva nulla a non classificarlo neppure, si srabbe arrabbiato mio nonno magari che non ha perso Wayne malato o in salute, e mia nonna le sapeva tutte le sue zoppicate nel set, sono le poche cose che riporta con sè nella tomba nel dire che, la cosa bella della pellicola, se c'è è B. The Kid. »

« La pellicola di Ang Lee è bellissima, l'Hulk è terrificante, effetto visivo della possenza espressa mediante lo spettacolo, in tutte le riprese, nella fase terminale prende il soppravvento e ogni volta, in ogni monemto di difficoltà, s'alimenta esclusivamente di propria forza e fantasia visiva, e questa è una cosa che va appuntata, perchè certe pellicole vanno morendo lentamente, informandoci in realtà d'aver trascorso il loro meglio nelle prime riprese, oltre a non dire nulla naturalmente, se non sciatterie di terza classe e qualche informazione
didattica che posso sempre trovare con un motore di ricerca. È triste lo so, però cos'è il sapere oggi giorno, l'informazione, leggere, due libricini, cosa volete che gliene importi a Hulk. E' nella ripresa che il film prende il decollo.
Saltando, Hulk attraversa l'America come un free spirit, mentre gli elicotteri e un minidrappello lo inseguono. Per la verità la trama è povera. E nonostante il film sembri spento nelle prime fasi, rende però quello successivo inadeguato, una trasposizione fumettistica che va oltre gli effetti speciali, quasi con gli stessi. Fantastico. »

« Cina. Lee si muove bene e prende un volo, un brodino in quell'aeroporto. Botte da orbi e freccette contro i narcos, il miglior campione di arti marziali, che spezzò Roma e il cuore del colosseo, dove giace virtualmente morto il corpo del Chuck. Non neccessita ricordare, e non bestemmio nel dirlo, che Norris segue ancora la scia della cometa di Lee, e ricordo bene il tentativo d'imitazione nello scontro terminale, non era nella media di lotta, prevedibile e fermo sulle gambe è morto per una delle regole di Lee, parliamo di un genio, corpo e spirito, col proprio stile. »

« Seppur malato Wayne fece del suo meglio (ricordando che moltissime persone asseriscono che fosse un sacco di cemento ambulante); e riproporlo, rischiando d'essere la farsa di se stesso, non è stata certo un'idea. Neppure una favola di indiani e cowboy. Lo sceriffo sbilenco che tenta di salvare dal suo destino la sua compagna avvelenatasi, nel loro vagabondare senza conoscerne le conseguenze. Noiosissima storia, e nulla di poetico, quella margherita strappata anzitempo al suo destino, col padre morto, perse i petali giungendo al termine quasi del film, una palla morta, senza effetti. Bottigliette di whisky mediante le riprese, e seri rischi di vedersi il cervello bollito, il loro abisso e la loro esile storia piazza per dire in volo il Titanic come un'acquila nell'olimpo di Holliwood. Avrei raccontato un'altra storia, e Bridges ha la carriera segnata per l'affronto a Wayne (estinto poverino) anche se, frutto di un genere morto, il western è un'altra cosa. »