Tutte le recensioni di R.Andrea

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Il CaimanoIl Caimano
Regia di Nanni Moretti - CG Entertainment
  • € 12.99
4Non solo Berlusconi, per fortuna..., 02-06-2009
« Un film che ha suscitato molto clamore anche prima della sua uscita nelle sale. Clamore che mi ha toccato, incuriosito e condizionato e che mi ha spinto ad immaginare un film diverso da quello che ho visto, praticamente una specie di documentario su Berlusconi. Certamente "Il Caimano" è anche questo ma per fortuna non è solo questo. E' più complesso di quanto si crede perchè, ad un certo punto, si trovano sovrapposti diversi aspetti, livelli filmici e metafilmici: si parla di un produttore che, leggendo la sceneggiatura, s'immagina le scene del probabile film; a queste si aggiungono poi le scene reali del film che in effetti verrà girato (e che verterà appunto sul "Caimano", un film nel film che s'intitola come il film stesso!). Contemporaneamente, c'è l'aspetto più intimista e famigliare e che riguarda il rapporto tra Bruno Bonomo, sua moglie Paola, e i loro figlioletti, l'aspetto forse meglio riuscito dell'intero film. Modestamente ritengo anch'io che "Il Caimano" di Moretti fosse un genere di film che doveva essere girato. Più che le misteriose fortune del Cavaliere, credo che Moretti voglia prendere di mira il "berlusconismo", ovvero quell'atteggiamento furbastro che punta all'impunità ad ogni costo, incurante di leggi e avversari. Beh, non è il caso di proseguire: guardando il film (che vi raccomando) vi potrete fare una vostra idea. Trovo che Silvio Orlando abbia svolto un gran lavoro, riuscendo a variare rapidamente registro, dall'involontariamente comico di alcune scene al melodrammatico di altre. Ne "Il Caimano", infine, appaiono quattro colleghi di Moretti, registi che per una volta si sono cimentati nel ruolo di attori. Essi sono: Paolo Virzì e Paolo Sorrentino, che appaiono all'inizio del film nella sequenza di "Cataratte", Carlo Mazzacurati, che impersona il cameriere impaurito nella sequenza al ristorante, e Michele Placido, nei panni del viscido attore Marco Pulici. »
TexasTexas
Regia di Fausto Paravidino - Medusa Home Entertainment
  • € 9.99
3Texas, Piemonte, 02-06-2009
« Secondo il mio modesto parere, "Texas"è uno dei film italiani più riusciti degli ultimi anni ed è forse l'unico che mi ha riguardato molto da vicino, data la sua ambientazione spaziale. Il "Texas" del titolo infatti assomiglia molto al "Texas" delle mie parti (che poi non sono molto lontane dalle "parti" del film). Il film infatti è stato girato in provincia di Alessandria, a Ovada credo, che dista solo qualche decina di chilometri dalla provincia novarese. Con questo titolo, alludendo allo stato del sud degli States, credo che il regista abbia voluto riferirsi ad un ideale ma vago luogo di frontiera dove gli abitanti non sanno se integrarsi e rimanere oppure se ribellarsi e fuggire. Non lo sanno e forse manco lo vogliono sapere, visto che i giovani del film sembrano impaludati in incertezze e superficialità da loro stessi in parte costruite. Però, c'è da dirlo, e questo è l'aspetto che più mi ha toccato, si trovano ad abitare in un luogo che centri commerciali, autostrade notturne e autogrill, hanno snaturato: non è più campagna, vista la quantità di cemento versata tutt'intorno, ma non è neanche città circondato com'è da vigneti e campi abbandonati. Questa apatìa postindustriale, l'incubo del guadagno e del lavoro a tutti i costi, i nuovi, anonimi e asfissianti, luoghi di ritrovo come i già citati centri commerciali compongono un quadro a mio modo di vedere da incubo dal quale si deve scappare al più presto se non si vuole rimanerne pericolosamente invischiati. Gli attori poi, a parte Valeria Golino, credo siano tutti dell'alessandrino o comunque piemontesi e quindi credo abbiano potuto comprendere bene molte situazioni del film, dimostrandolo d'altronde nel film. Degni di nota poi i minuti iniziali in cui, con la rapidità di un telefilm, i personaggi della vicenda praticamente si presentano da soli, con la voce fuori campo (che è poi quella di uno dei protagonisti, Enrico) a fare da "padrone di casa". »
Il sorpassoIl sorpasso
Regia di Dino Risi - CG Entertainment
  • € 12.99
4Insuperabile "Il sorpasso", 02-06-2009
« Credo che alcuni film di Risi valgano più di mille saggi sociologici: se si vuole capire l'Italia e gli italiani del dopoguerra, basta guardare "Una vita difficile", "I mostri" o, appunto, "Il sorpasso", uno dei migliori film del regista milanese, certamente uno dei più conosciuti. In Francia hanno subito inventato un aggettivo, "Risien", per identificare la lucidità ironica e amara, ma tremendamente leggera e non intellettualistica, con cui Risi ha sempre guardato all'italianità e ai suoi protagonisti. Risi ha saputo cogliere e incollare ai suoi personaggi i peggiori difetti dell'italiano "medio" che, travolto dall'improvviso benessere degli anni cinquanta, diventa volgare, chiassoso, "furbesco", superficiale. In quello che oggi non si esiterebbe a etichettare superficialmente come un "road-movie", ma che vale più di mille filmetti americani, quantomeno per essere uno dei primi esempi del genere, il rappresentante di tale italianità è uno strepitoso Vittorio Gassman che nella sua burinaggine stradale sorpassa tutto e tutti, coinvolge il timido Roberto, studente in legge, educato, insicuro, di certo non superficiale come il suo compagno di viaggio. Dopo le numerose e impreviste avventure vissute dai due, che finiscono col coinvolgere anche positivamente Roberto, il regista prepara un finale tragico: in seguito all'ennesimo sorpasso spericolato, l'auto guidata da Bruno Cortona sbanda, si ribalta e finisce sugli scogli. Bruno riesce miracolosamente a salvarsi, saltando fuori dall'abitacolo appena in tempo, ma Roberto ci lascia la pelle di fronte agli occhi per la prima volta impauriti di Bruno. In questo modo Risi "salva" l'italiano furbo, volgare, indifferente di fronte alla cultura, e decide di far morire l'italiano onesto, colui avrebbe potuto costrursi un solido rapporto sentimentale e che sarebbe potuto diventare, chissà, un'importante magistrato. L'intelligenza del regista e degli sceneggiatori hanno così saputo intuire il destino di un paese destinato a precipitare, seppur lentamente, in un crepaccio con tutti i suoi abitanti: per bene che gli vada, finirà sempre ferito e sanguinante. »
OvosodoOvosodo
Regia di Paolo Virzì - CG Entertainment
  • € 9.99
4Ovosodo, 02-06-2009
« Uno dei film più interessanti nel panorama italiano degli ultimi dieci anni da parte di uno dei registi più interessanti dell'ultima (o penultima...) generazione. Sguardo attento e ironico sulla società, dialoghi brillanti, sceneggiatura agile e interpreti giovani in grado di cogliere il disagio generazionale dei nostri tempi. Questo è quanto fa di Ovosodo un ottimo film che il sottoscritto ha visto e rivisto ogni volta che è stato programmato in tivvù. A tenere insieme tutti questi elementi, il viaggio di formazione del protagonista nonché voce narrante del film, Piero alias Edoardo Gabriellini, del quale vengono raccontate le difficoltà familiari, economiche e amorose e le scoperte che rendono la vita degna di essere vissuta, come l'amicizia di persone speciali e l'amore che arriva quando meno te l'aspetti. Alla fine, però, come se fosse un ricordo difficile da allontanare, rimane sempre quell' "ovosodo" in gola che non vuole saperne né di andare giù, né di venire su... Difficile quindi segnalare la prestazione di un attore in particolare. Nicoletta Braschi era allora forse l'attrice più nota del film, premiata tra l'altro con un David di Donatello, ma a me piace ricordare, oltre al già citato Gabriellini, ottimo per il suo ruolo, anche Marco Cocci, voce dei Malfunk, che possiamo ritrovare anche in "Fughe da Fermo". »
Fughe da fermoFughe da fermo
Regia di Edoardo Nesi - CG Entertainment
  • € 6.91
3Fughe da fermo, 02-06-2009
« A pochi giorni dal suo matrimonio, il 28enne Fede cerca di riempire i giorni dell' infinita adolescenza compiendo epiche imprese sessuali (e non solo) con i suoi amici di sempre, Marty e Carlo. Ma soprattutto cerca di riconquistare, prima che sia troppo tardi, il suo vero amore: Cristina.
Lo ammetto: Fughe da Fermo non è un film epocale e nemmeno molto originale, visto che di pellicole incentrate sul giovanile "male di vivere" ce ne sono molte. E' forse anche troppo episodico nella prima parte, mentre nella seconda sembra perdersi un po'. Però è un film giovane sui giovani (ma neanche troppo giovani...) senza essere sciocco, né superficiale. E poi tocca un tasto delicato per molti trentenni, quello della necessità di crescere senza volerlo però con troppa convinzione. Insomma quanto basta a un film per meritarsi un po' di attenzione. Lo vidi per la prima volta nel 2002 e capii subito che lo scrittore-regista ci aveva preso in pieno nel raccontare il disagio che molti ragazzi della mia età, nati alla metà degli anni settanta, hanno provato nel cercare di dare un senso alla loro esistenza, ampliando per paura quella pausa "dorata" tra l'adolescenza e la maturità. La storia d'amore che poi d'amore non è (o, al contrario, è la storia d'amore per eccellenza: solo l'amore unilaterale, non corrisposto è il vero amore, disse qualcuno) tra Fede e Cristina è il rapporto meglio descritto nel film. Nel film compaiono anche due "storici" attori fiorentini: Marco Messeri nei panni dell'anarchico di Carrara e Carlo Monni in quelli del benzinaio preso a revolverate da uno dei protagonisti. »
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