Tutte le recensioni di O.GABRIELE

« Per nulla impegnativo, il film regala svago ed evasione. Che è proprio quello che dovrebbe fare una buona commedia. Mi sento di dire che però non sempre è così. Questo, invece, è un caso assolutamente felice. Dunque, che motivo ci sarebbe per non elogiarlo? Nessuno. E difatti lo elogio. Convintamente. »

« Prezioso come il fiore che viola la coltre dell'inverno e riporta alla luce la vita è questo film, in cui tutto funziona: gli attori, la regia, la scrittura... Credo proprio che molti che vogliano fare, in qualunque ruolo, del cinema, dovrebbero vedere e rivedere e rivedere ancora questa pellicola che ha avuto meno fortuna di quanto meritasse. »

« Emozionante e delicato, senza eccedere nel patetismo gratuito, questo film è un gioiellino piacevolissimo e ben diretto, e l'attore protagonista, Luca Argentero, circondato da un pregevole cast, dimostra e conferma per l'ennesima volta, se ce ne fosse - ma credo obiettivamente proprio di no - bisogno, di saper fare, e bene davvero, il mestiere di chi recita, e dà vita, così, ad altre vite. »

« Nonché magnifico, e assolutamente geniale. Che altro dire di un film che ha letteralmente inventato di sana pianta, con risultati che più felici non si sarebbero potuti in alcun modo avere, un linguaggio, che è interpretato dai più grandi attori dell'epoca e che ha dato al mondo un'immagine luminosa di quello che per eccellenza era il "secolo buio"? Non c'è altro da fare, bisogna solo guardarselo e goderne. »

« Si capisce che questa è un'opera speciale: non tutti, infatti, possono permettersi "impunemente" di citare Emily Dickinson. Scritta da Rulli e Petraglia, e già questa è una gran garanzia, diretta con sobrietà e sicurezza, senza patetismi inutili, da Gianluca Maria Tavarelli, interpretata da un cast - tutto - in stato di grazia, "Le cose che restano" scandaglia l'animo e il dolore. E fa bene al cuore. »

« Un maestro mai abbastanza celebrato dirige in maniera magistrale quella che forse è in assoluto la miglior commedia del cinema italiano: corale, brillante, piena di ritmo (firmata, tra l'altro, da Suso Cecchi D'Amico, scrittrice formidabile) e tutta al femminile. E che bei personaggi, queste donne, e che cast (anche gli uomini, che non fanno una gran figura nella narrazione, sono grandissimi attori: su tutti l'adorabile Bernard Blier: Liv Ullmann, finalmente, con tutto il rispetto, libera da Bergman, Catherine Deneuve, Giuliana De Sio, Lucrezia Lante Della Rovere, Athina Cenci e la sempre eccezionale Stefania Sandrelli. »

« O forse sì. Ma si può parlare davvero di triangolo? Qual è, in fondo, ammesso che esista, la geometria dell'amore? Ma non è solo questo il film, anzi, forse lo è in minima parte: è una storia bella e divertente, ben scritta, ben diretta e ben interpretata, che squarcia un velo su certe più o meno striscianti ipocrisie, su diversi, stolidi, pregiudizi, e che fa anche riflettere. »

« E profondo questo ennesimo lavoro riuscito di Ferzan Ozpetek: la finestra, metafora della e sulla vita (come pure la tavolata imbandita di dolci, bella immagine cara al regista, che la fa ricorrere non solo in questa pellicola) , non è semplicemente "sul cortile", come insegnava Alfred Hitchcock, ma guarda bensì al di là, di fronte. Gli scorci, belli, di Roma sono a loro volta un personaggio vincente del film, come Filippo Nigro, Giovanna Mezzogiorno, Raoul Bova. Si vede, ed è un piacere, in un piccolo ruolo Rosaria De Cicco, così come Flavio Insinna, e poi Girotti, semplicemente commovente. »

« Nel raccontare un periodo storico importante come il Sessantotto, ma il film di Michele Placido è comunque interessante, e gli attori si dimostrano validi e all'altezza della situazione: Jasmine Trinca, Riccardo Scamarcio e soprattutto Luca Argentero, che continua a interpretare, e bene, ruoli di grande rilievo in pellicole d'autore. »

« Ma non solo lui, che pure è attore sopraffino e diventa sempre più bravo, e che per questo ruolo giustamente ha fatto incetta di premi di grande valore: grandioso il film, a tratti anche duro, crudele, abrasivo, come carta vetrata sulla pelle del viso, ma importante. Importante anche nel titolo, perché quel "nostra" si può leggere in mille modi diversi. »