Una cosa divertente che non farò mai più di David Foster Wallace edito da Minimum Fax
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Una cosa divertente che non farò mai più

Editore:

Minimum Fax

Collana:
Sotterranei
Traduttore:
D'Angelo G., Piccolo F.
Data di Pubblicazione:
2017
EAN:

9788875218379

ISBN:

8875218374

Pagine:
151
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Trama Una cosa divertente che non farò mai più

«E allora oggi è sabato 18 marzo e sono seduto nel bar strapieno di gente dell'aeroporto di Fort Lauderdale, e dal momento in cui sono sceso dalla nave da crociera al momento in cui salirò sull'aereo per Chicago devono passare quattro ore che sto cercando di ammazzare facendo il punto su quella specie di puzzle ipnotico-sensoriale di tutte le cose che ho visto, sentito e fatto per il reportage che mi hanno commissionato». "Una cosa divertente che non farò mai più" è il capolavoro di comicità e virtuosismo stilistico con cui i lettori italiani hanno conosciuto il genio letterario di David Foster Wallace. Commissionatogli inizialmente come articolo per la rivista Harper's, questo reportage narrativo da una crociera extralusso ai Caraibi - iniziato sulla stessa nave che lo ospitava e cresciuto a dismisura dopo innumerevoli revisioni - è ormai diventato un classico dell'umorismo postmoderno e al tempo stesso una satira spietata sull'opulenza e il divertimento di massa della società americana contemporanea.

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4 di 5 su 12 recensioni

Grande WallaceDi C. Francesco-1 febbraio 2017

Se c'è una cosa che mi sono ripromesso di non fare mai nella vita è la crociera. Non mi alletta, non mi conquista, non riesco proprio a capire la passione che tanta gente ha per questo modo di viaggiare (?). Wallace non ha fatto altro, con questo suo divertente saggio, che confermare il mio pensiero. E l'ha fatto in una maniera unica e convincente.

Magnifico autoreDi L. Michele-12 maggio 2012

Che dire, probabilmente non sono molti gli scrittori in grado di parlare di una crociera a farti sbellicare a crepapelle e riflettere nello stesso tempo. La scrittura di Wallace è fantastica, sempre adeguata alla situazione narrata. Sembra davvero di essere con i personaggi della "Nadir" con il narratore a vivere le tragicomiche avventure narrate.

Il reportage di una crociera Di a. gianmarco-8 maggio 2012

E' il romanzo perfetto per chi adora osservare i vari generi umani con l'aggiunta della variabile dell'ambientazione singolare, ovvero uan nave da crociera. Questo romanzo è molto più di un geniale, dissacrante reportage giornalistico. E' una continua sorprendente sarcastica analisi di un disomogeneo gruppo di esseri umani, scitta in modo così divertente da riuscire a dividersi dal libro solo all'ultima riga.

Una cosaDi C. Adele-5 marzo 2012

Un libro da regalare a coloro che spendono vagonate di soldi per viaggi pre-confezionati. Chissà che su mille, anche uno solo non apra gli occhi... Qua e là un po' ripetitivo, ma divertente. "Una parte della mia diffusa disperazione in questa crociera extralusso è che, a prescindere da come mi comporto, non posso sfuggire alla mia sostanziale e sgradevole americanità. " Interessante.

Più divertente di così si muoreDi C. Maurizio-4 marzo 2012

Una rivista americana regala allo scrittore David Foster Wallace una "favolosa" crociera extralusso di sette giorni (e sette notti) ai Caraibi chiedendogli, al ritorno, di raccontare la sua "bella" esperienza in articolo. Il risultato è questo spassoso reportage di viaggio che è diventato un libro di straordinario successo tradotto in ogni parte del mondo.

Una cosa divertenteDi S. Goffredo-8 luglio 2011

La trama è semplice quasi bana. Un gruppo di persone si imbarca in gita su un translatantico. Ora, se il libro lo avesse scritto quasi chiunque altro non ci troverei niente di eccezionale, ma in questo caso il libro lo ha scritto uno dei più arguti (forse addirittura il più arguto) scrittore contemporaneo ed ecco che allora ne esce un piccolo capolavoro. L'ironia ed il sarcasmo di Wallace sono esaltati alla ennesima potenza in questo piccolo libro; il risultato è un libro che si legge tutto di un fiato, letteralmente mettendosi a ridere in più passaggi. Come però in tutti i libri di questo scrittore vi è comunque un sottofondo di amarezza nel modo in cui viene descritta l'umanità che lo circonda; secondo me traspare (ma è troppo facile parlare con il senno di poi) un disagio nella sua capacità di adattamento a vivere in una società in cui Wallace non si riconosceva. Sapendo poi quale è stata la sua fine (il suicidio) è risultato per me inquietante in punto in cui lui parla della tentazione al suicidio che ha provato durante la sua esperienza in crociera. Consiglio caldamente questo libro a tutti.