Ricordi dal sottosuolo di Fëdor Dostoevskij edito da Feltrinelli
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Ricordi dal sottosuolo

Editore:

Feltrinelli

Edizione:
9
A cura di:
G. Pacini
Data di Pubblicazione:
5 giugno 2013
EAN:

9788807900228

ISBN:

880790022X

Pagine:
144
Formato:
brossura
Disponibile anche in E-Book
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Trama Ricordi dal sottosuolo

Uscito a puntate, nel 1865, sulla rivista "Epocha" (Epoca), "Ricordi dal sottosuolo", scritto sotto forma di un monologo-confessione, è uno dei più terribili e impietosi viaggi all'interno della coscienza umana della letteratura europea. Il protagonista è un ipocondriaco che vive ai margini della società, scrutandola (e scrutandosi) con odio e sospetto. È il romanzo della svolta artistica e filosofica dello scrittore russo. Come scrive Pacini nella sua Introduzione, in questo romanzo "Dostoevskij ha individuato e descritto il nemico da combattere: quel sottosuolo che è la quintessenza di ciò che chiude l'uomo nel cerchio dell'odio e della lotta, che lo fa arroccare su se stesso, condannandolo a macerarsi nella solitudine e nella disperazione. Da questo momento la sua via come romanziere è definitivamente segnata, ed egli la perseguirà convinto che sia l'unica via praticabile, quella che conduce verso l'amore e verso Cristo".

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5 di 5 su 2 recensioni

Ricordi dal sottosuoloDi d. nicola-25 febbraio 2011

Leggendo il libro mi è capitato di appuntarmi una frase di P. Valery sul retro di copertina che mi sembra quanto mai appropriata: "Se decidi di entrare in te stesso, sii armato fino ai denti". Questo libro segna lo spartiacque tra due modi diversi di intendere la letteratura.

l'inconscio come sottosuoloDi R. Lorenzo-2 ottobre 2010

“Ci sono, fra i ricordi d’ogni uomo, cose che non si raccontano a tutti, ma appena agli amici. Ce ne sono altre che neanche agli amici si raccontano, ma appena a se stessi, e per di più sotto suggello di segreto. Ce ne sono, infine altre ancora che persino a se stessi si ha paura di raccontare, e di tali ricordi ogni uomo anche ammodo ne mette insieme parecchi”. Ed è nel sottosuolo, misterioso spazio dell’io individuale che Freud chiamerà inconscio, che questi scomodi ricordi si affollano, ed è sempre da questo sottosuolo che, partendo dalla consapevole conoscenza della loro natura, la voce che nel libro dice «io» – vero e proprio antieroe – lancia la sua invettiva contro il perbenismo ipocrita delle classi elevate e contro la diffusa sopravvalutazione della vita sociale rispetto alla dimensione individuale, sotto le forme di una vibrante apologia della propria prospettiva esistenziale.