Le metamorfosi. Testo latino a fronte di P. Nasone Ovidio edito da Einaudi
Alta reperibilità

Le metamorfosi. Testo latino a fronte

Editore:

Einaudi

Collana:
I millenni
Traduttore:
Paduano G.
Data di Pubblicazione:
12 Aprile 2022
EAN:

9788806242213

ISBN:

8806242210

Pagine:
1472
Formato:
rilegato
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Descrizione Le metamorfosi. Testo latino a fronte

"Nell'incipit delle Metamorfosi Ovidio dichiara con lucida concisione l'argomento del poema: «L'animo mi spinge a cantare le forme mutate in nuovi corpi...» Subito dopo, nel corso dello stesso v. 2, si saggia lo spettro semantico di mutare. Invocando l'ispirazione divina sui suoi progetti (coeptis) il poeta insinua, con un rapido slittamento metalinguistico («avete mutato anche quelli»), che di origine divina sia anche il mutamento della propria attività e della propria carriera poetica. Sarà bene ricordarsi di questo lampo polisemico, quando nel libro XV si approssima il termine del carmen perpetuum, che dai primordi del caos giunge fino all'impero di Augusto, e proprio la categoria del mutamento è collocata al centro del discorso di Pitagora, che ne fa il puntello di due forti posizioni ideologiche, tra loro collegate: la metempsicosi, o rinascita dell'anima dopo la morte novis domibus (XV, 159), cioè in un nuovo corpo, proprio come recitava l'incipit, e il vegetarianismo, misura prudenziale contro il rischio che il nuovo corpo sia quello di un animale. Ma nel potente respiro di un linguaggio indebitato con Lucrezio, ancorché divergente per molti contenuti, il principio che omnia mutantur (XV, 165) si allarga alla struttura globale dell'universo: nel tempo, inarrestabile come un fiume, cuncta novantur (XV, 185), a cominciare dall'alternanza tra notte e giorno e tra sole e luna e dalla successione delle stagioni, per poi proseguire con le epoche della vita umana, nel suo processo di sviluppo e successivo declino. (...) Non sembra ragionevole dubitare che il discorso di Pitagora costituisca nel suo insieme l'attribuzione di un senso unitario all'insieme delle metamorfosi della persona in animale, vegetale o minerale, che sono oggetto del discorso poetico, inquadrandole nel genere prossimo del mutamento; quello che manca è invece il riferimento alla differenza specifica, consistente nel fatto che, mentre il sistema descritto da Pitagora è governato da un ritmo fisiologico (o a questo assimilabile), che consente di trarre conseguenze certe da premesse dotate di valore complessivo, la trasformazione che i personaggi di Ovidio subiscono rappresenta una rottura, un evento inatteso e saliente rispetto a vicende di vita ordinaria, che viene spesso veicolato dal ricorrere della parola mirum, «che suscita meraviglia». Ciò potrebbe far pensare al profilo del poema come un insieme di situazioni polarizzate fra un linguaggio neutro, connettivo, interlocutorio o al massimo preparatorio, e un'esplosione di senso, o forse di nonsenso, un profilo piatto intercalato da punte che si ripresentano a intervalli non regolari. Quello che abbiamo di fronte nell'affascinante lettura è qualcosa di molto diverso, che fa onore alla definizione di carmen perpetuum: un'unità insieme fusa e fluida che fa appena avvertire le giunture episodiche, che scavalca con macro-enjambement la stessa partizione in libri, che esplora il gusto inesauribile del narrare in tutte le sue pieghe, comprese quelle ritagliate nelle scatole cinesi del racconto nel racconto. Credo che questo risultato discenda soprattutto dalla riduzione, o traduzione, della metamorfosi da alterità assoluta a un rapporto di mutua comprensibilità e comunicazione col quotidiano." (dall'Introduzione di Guido Paduano).

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5 di 5 su 4 recensioni

L'epos mitologico per eccellenzaDi L. Nicolle-16 Aprile 2012

Le Metamorfosi ovidiane sono un poema in esametri che riprende ironicamente la tradizione dell'epos di impianto omerico e virgiliano, in cui gli eroi si distinguono tra loro per dure e nobili imprese belliche. Ovidio invece assume per protagonisti personaggi del mito, narrando in esametri le loro vicende metamorfiche, e inserendo spessissimo varie interpretazioni personali del mito che poi sono diventate scuola e modello per i posteri. Una lettura imprescindibile per chi vuole conoscere una parte delle nostre origini.

LA MITOLOGIA OVVERO OVIDIODi p. cristiana-29 Gennaio 2012

E' un libro stupendo, da leggere e rileggere, non ci si stanca mai... Bene per chi è alle prime armi nell'affrontare la mitologia perchè è una fucina di miti appassionanti, per chi poi ama la mitologia è imperdibile e assolutamente da leggere... Ho trovato molto bella e stilisticamente valida questa edizione dell'Einaudi, con il testo a fronte, magari per che ha voglia di rispolverare un po' di latino.......

Tra mitologia ed astronomiaDi P. Fernanda-8 Luglio 2011

Un'opera meravigliosa che racconta ed interpreta in chiave mitologica l'origine di alcuni elementi del paesaggio naturale, tra cui animali, piante, sorgenti e montagne, con una particolare attenzione ai miti strettamente correlati ad alcune costellazioni. Sicuramente interessante per gli amanti del genere, sa essere emozionante e talvolta commovente anche per i profani.

BellissimoDi D. Angela-25 Marzo 2011

Un libro che mi ha consigliato mio figlio qualche tempo fa. Devo dire che l'ho apprezzata molto, perché mi ha aperto tutto un mondo - quello della mitologia classica - prima conosciuto solo superficialmente. Accanto ai miti più conosciuti, ci sono anche quelli meno noti, ma non per questo meno intensi ed accattivanti, anzi, forse i più appassionanti dell'opera. Questo libro è stato per me un viaggio nel tempo e nello spazio, ma soprattutto nella fantasia: è bellissimo.